A SCUOLA CON CHRISTIAN DE SICA E ROCCO PAPALEO

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Ciak ha incontrato Luca Miniero, Christian De Sica, Rocco Papaleo, Lello Arena e Miriam Leone alla conferenza stampa di La Scuola più Bella del Mondo, al cinema dal 13 novembre

L’ottimismo, la spensieratezza e una certa impronta retrò sono gli ingredienti amalgamati da Luca Miniero per La Scuola più bella del Mondo, il suo ultimo film che vede interpreti principali Christian De Sica e Rocco Papaleo in un’inedita coppia tutta da ridere, protagonisti anche nello speciale a loro dedicato su Ciak di novembre. La commedia, che gira attorno ad un equivoco, uno scambio di lettere che confonde l’Acerra campana ad Acrra capitale del Ghana, sottolinea, con toni leggeri, tutta la difficoltà della scuola italiana accentuata, in certi casi, dalle profonde differenza tra nord e sud della penisola. Ecco infatti che De Sica, che ha momentaneamente lasciato i toni farseschi dei film natalizi, interpreta un direttore tutto d’un pezzo di una scuola media toscana che, in seguito ad un avvicendamento culturale sbagliato, finisce per ospitare i terribili alunni provenienti dalla terra partenopea, accompagnati dallo svogliato professore Rocco Papaleo. Nel cast di La Scuola più bella del Mondo ci sono anche Angela Finocchiaro, Miriam Leone e, in più, il sempre bravissimo Lello Arena.

Ciak ha incontrato Luca Miniero, Christian De Sica, Rocco Papaleo e gli altri interpreti della pellicola in occasione della conferenza stampa di presentazione tenutasi in una Roma bagnata dalla pioggia e, guarda caso, con tutte le scuole della provincia chiuse per allerta meteo.
Luca Miniero fa subito riferimento al fulcro della sceneggiatura, quell’istruzione che, ormai da anni, è fin troppo trascurata: «Mi interessava parlare della scuola, perché rivela molto delle cose italiane e possiede in sé molti aspetti comici. I problemi, in quest’ambito, ci sono da nord a sud, anche se a me piace avere un punto di vista meridionale. È bello notare come l’Italia si trovi in una fase in cui la speranza la danno i professori, anche se a volte magari perdono motivazione, come il personaggio di Rocco, o ne hanno troppa, come quello di Christian », dice il regista. «Vent’anni fa i nostri istituti erano peggiori e il film racconta un ritardo anche nella politica. Credo che la speranza stia in persone come il preside Moscariello, interpretato da Lello Arena, che continua imperterrito a mandare lettere al Presidente della Repubblica, per fargli conoscere le difficoltà dell’ambiente ».

Proprio Lello Arena interviene invece sull’aspetto tecnologico che prende sempre più piede tra i banchi di scuola: «Ogni giorno a Napoli vedo ragazzi che chiamo 2.0, tecnologicamente avanzati. Si procurano su internet tutto ciò che vogliono. Questo è un vantaggio, perché basta mettergli accanto qualcuno che sia in grado di motivarli, che possa far loro strada e spiegar loro come indirizzare questo grande potenziale di conoscenza ».

Per quanto riguarda il lavoro sul set e i rispettivi ruoli degli attori apre la battuta Christian De Sica, scherzando sul fatto che sia ingrassato durante le riprese: «Non avevo mai fatto un film con un tono così, sono molto contento anche se non rinnego il genere della farsa. Il mio personaggio, stavolta, non è misogino, maleducato o volgare. È competitivo e vigliacco, invece, ma crede nella scuola. I suoi alunni sono diligenti, a differenza di quelli dell’altro istituto. Sul set mi è piaciuta soprattutto la compagnia. Quando uno fa un film si è soli col personaggio, invece noi non vedevamo l’ora di andare a mangiare insieme… Tant’è che sono ingrassato 5 chili! ». Non mancano parole di elogio al regista: «Luca ha una classe e un’eleganza rara. Non ho mai incontrato un regista con tanta classe. Mi è sembrato di fare un film degli anni ’60, pieno di ottimismo. Basta con questi film cupi e sempre incazzati! Forse sarà stata anche la vicinanza dei bambini, che sono stati straordinari ». Sempre De Sica, orfano dei cinepanettoni, spiega il perché della sua evoluzione artistica, parlando anche dei prossimi progetti: «Non posso fare sempre il dongiovanni… Un personaggio come quello di un preside, per la mia età, è anche giusto. Però, se ci fosse un nuovo film ‘comicarolo’ buono, non esiterei a farlo. Ora tornerò a teatro, e poi interpreterò un film prodotto da Carlo Cresto-Dina: sarà una storia di amicizia tra me una e donna di quarantacinque anni. Una cosa un po’ diversa dal solito, quindi. Ma se dovessero richiamarmi per un cinepanettone, tornerei a farlo di corsa ».

Non è da meno Rocco Papeleo, che si è dichiarato entusiasta di tornare a lavorare con Luca Miniero dopo Un Boss in Salotto: «Sono contento di essere tornato a lavorare con Miniero, principalmente perché quando lavoro con lui sento di essere un po’ un suo prolungamento. Il ruolo mi è piaciuto perché parlo di un certo abbandono di speranza nella gente, soprattutto nel meridione, che è la zona che mi sta più a cuore. Questo è un tema importante, che spinge per essere raccontato: non dobbiamo sentirci soddisfatti, ma fare di più, evitare di limitarci a sopravvivere. I bambini sono stati bravissimi, dei piccoli professionisti, che tuttavia hanno mantenuto la loro spensieratezza ». Anche l’ex Miss Italia Miriam Leone è intervenuta sul rapporto costruito sul set: «Siamo diventati una piccola scuola, una classe. Quando c’è fantasia, umanità e impegno, i ragazzi ti seguono: questo è successo anche a noi. I ragazzi ci hanno trasmesso forte l’idea dell’incanto, quella di guardare le cose con meraviglia ».

Naturalmente il ricordo finale dei protagonisti non poteva non andare al loro trascorso tra i banchi di scuola. Lello Arena e Christian De Sica tra i più scatenati: «Io andavo a scuola dalle suore, più che ricordarmi io di loro, sono loro che si sono ricordate di me…Visto che ero uno dei peggiori alunni che avessero mai avuto », rivela Arena. De Sica, invece, fa riferimento al suo celebre compagno di banco: «Ho rifatto il primo liceo e mi sono trovato in classe con Carlo Verdone, e sono diventato bravo. Per me e Carlo, la scuola è stata una fonte d’ispirazione. Poi, all’università mi iscrissi a Lettere e prendevo volti altissimi… Finché non ho deciso di mollare tutto per fare la Scuola del Night, insieme a Massimo Boldi. Ho fatto prendere un colpo a mio padre con questa decisione, ma è stata anche la mia fortuna ».

Primi della classe, invece, Miriam Leone e Rocco Papaleo: «Ho bellissimi ricordi del periodo scolastico, non potevo neanche marinare la scuola, perché mio padre insegnava lì: ero controllata! », afferma l’attrice. Papaleo, addirittura, si annoiava: «Non facevo a botte, avevo ottimi voti, i miei genitori erano contenti. Ho avuto un’infanzia di merda, insomma, da cacasotto. Non ho quei ricordi bellissimi di chi ha marinato la scuola o fatto cose proibite. Non riesco a scherzare sul tema della scuola, la ritengo un nodo fondamentale della società, la salvezza degli esseri umani ». Saggio, Papaleo.

Damiano Panattoni