ABBAS KIAROSTAMI, ADDIO AL MAESTRO DEL CINEMA IRANIANO

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Il cinema piange un altro dei suoi autori: appena due giorni dopo Michael Cimino, se n’è andato anche Abbas Kiarostami. Il regista iraniano è mancato a Parigi, dove si era sottoposto a un intervento chirurgico perché malato da tempo. Aveva 76 anni.

Di lui ci rimarrà il suo cinema poetico eppure legato a doppio filo con la realtà e con la visione laica e quasi filosofica del suo Iran, il paese che non ha mai lasciato nemmeno dopo la Rivoluzione del 1979. Solo dopo l’avvento al potere di Mahmoud Ahmadinejad, nel 2005, aveva deciso di girare i suoi film all’estero per la sua opposizione al suo regime ultra-conservatore. Figlio di un artigiano, Kiarostami dopo la laurea in Belle Arti a Teheran diventa disegnatore per un’agenzia di pubblicità. Assunto all’Istituto per lo sviluppo intellettuale di bambini e adolescenti, gira diversi cortometraggi a scopo pedagogico.

La forma della parabola morale, il lavoro con attori non professionisti, soprattutto bambini e ragazzi, la scelta dell’improvvisazione resteranno una costante del suo cinema più maturo. Il suo primo lungometraggio di finzione è già una presa di posizione sulla sua terra: Tajrobe, del 1973, racconta la storia d’amore tra due giovani di classi diverse. Esce anche in Italia il successivo Il viaggiatore, su un ragazzino che tenta in tutti i modi di procurarsi un biglietto per la partita di calcio della nazionale dell’Iran a Teheran. Il suo primo successo internazionale è Dov’è la casa del mio amico?, ancora una volta centrato su un ragazzino, Pardo di bronzo a Locarno.

Il film che lo consacra definitivamente in tutto il mondo, però, è il capolavoro Il sapore della ciliegia, Palma d’Oro a Cannes nel 1997: è la storia di un uomo che medita il suicidio e cerca qualcuno che, l’indomani, vada a ricoprire di terra la fossa che lui stesso si è preparato. A Cannes è Catherine Deneuve a consegnargli la Palma d’oro e bacio di congratulazioni: a causa di questo piccolo gesto d’affetto, il governo islamico dell’Iran lo bandirà per una settimana dal paese.

Il suo cinema fuori dall’Iran comincia con Tickets (2005), opera in tre episodi sul filo conduttore del viaggio in treno diretti da Kiarostami, Ermanno Olmi e Ken Loach. Nel 2010 è la volta di Copia conforme girato in Toscana, con Juliette Binoche (premiata a Cannes) e William Shimell che, da quasi sconosciuti, fingono di essere una coppia sposata da anni. Nel 2012 vola a Tokyo per girare Qualcuno da amare, la storia di una studentessa che si prostituisce all’insaputa della famiglia e che intreccia un rapporto particolare con un anziano professore, un cliente che in realtà cerca solo un rimedio alla sua solitudine. Oltre che cineasta Kiarostami era anche fotografo, disegnatore, poeta e lascia una famiglia di cinema: anche il figlio Bahman è un regista e direttore della fotografia.