CULT MOVIE: FANTOZZI

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Fantozzi«Per me La corazzata Kotiomkin (leggi Potemkin) è una cagata pazzesca!». Questo grido liberatorio urlato dal ragionier Ugo Fantozzi non è stato accolto solo da 92 minuti di applausi, come si favoleggia ne Il secondo tragico Fantozzi, ma da 40 anni di incontrastato entusiasmo popolare. Ed è solo una delle decine fra battute, gag e invenzioni linguistiche («Allora ragioniere che fa, batti?», «Ma mi da del tu?», «No, no, dicevo, batti lei? », «Ah, congiuntivo») che l’avvento del personaggio o meglio della “maschera” creata da Paolo Villaggio hanno regalato al cinema italiano dall’uscita del primo Fantozzi nel marzo del 1975 sino al 1999, anno del decimo e ultimo film a lui dedicato (Fantozzi 2000 – La clonazione). Oltre a essere terapeutico, il ragionier Ugo, matricola 7820/8bis (poi diventata 7829 bis) ha rivelato i sogni proibiti e perdenti della piccola borghesia italiana della seconda metà del dopoguerra, quella delle utilitarie e dei tentativi di emancipazione con le gite fuori porta, le feste di fine anno, le tragiche partite a calcio tra scapoli e ammogliati, gli exploit a Courmayeur tra i Vip. Ma ha anche descritto, sempre utilizzando l’iperbole, la particolare vita all’interno delle grandi aziende, che Villaggio aveva sperimentato negli anni in cui era impiegato all’Italsider di Genova. Il tutto deformato e reso ancora più ridicolo (e drammatico) dal contrasto con la classe dei dirigenti, dei notabili, degli snob, sempre accompagnati da nomi e cariche altisonanti (il mega direttore galattico Balabam, il duca conte Semenzara, la contessina Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, il cinefilo professor Guidobaldo Maria Riccardelli). Al contrario, Fantozzi è così insignificante da venir trasformato in Fantocci, Bambocci, Pupazzi, quando non apostrofato reiteratamente come coglionazzo o merdaccia, anche se queste definizioni provocheranno sussulti d’orgoglio, e i sarcasmi rivolti dai dirigenti alla figlia di Fantozzi, Mariangela, una reazione di composta dignità («Papà, perché mi chiamavano Cita, chi è Cita?», «È Cita Hayworth, una famosissima attrice americana: bellissima»). Fantozzi

Ma come era nato Fantozzi? All’origine di tutto ci sono le storie che Villaggio raccontava nella trasmissione tv Quelli della domenica (1968), poi diventate racconti sulle pagine di L’Europeo e quindi raccolte in fortunatissimi libri editi da Rizzoli (il primo vendette più di un milione di copie). Da lì al cinema il passo fu breve, anche se si dovette aspettare sino al 1974 per concretizzare il progetto. A dirigere il primo film doveva essere Salvatore Samperi e come interprete si pensava a Renato Pozzetto ma, dopo il successivo rifiuto di Ugo Tognazzi, Villaggio accettò di interpretarlo e di affidare la regia di Luciano Salce. A lui e alla coppia di sceneggiatori Leo Benvenuti e Piero De Bernardi si devono alcune scelte importanti, vedi l’aver mantenuto la struttura senza ordine cronologico dei libri, collegata dalla voce fuori campo di Villaggio o l’aver concentrato sul ragionier Filini (interpretato dal bravissimo Gigi Reder) il ruolo dell’organizzatore aziendale che ai tempi della tv era stato affidato al personaggio di Giandomenico Fracchia. Del regista fu poi l’idea geniale di affidare il ruolo della figlia di Fantozzi Mariangela a un uomo, Plinio Fernando. Negli altri ruoli principali ci sono Liù Bosisio che è la moglie Pina (dal terzo film sarà Milena Vukotic), Giuseppe Anatrelli, che è Calboni (scomparso dopo il terzo film e sostituito da Riccardo Garrone) e da Anna Mazzamauro in quelli della signorina Silvani nei due film girati da Salce (Neri Parenti sarà in cabina di regia per altri 7 e Domenico Saverni per l’ultimo) sono stati mescolati i racconti dei primi due libri: dopo 40 anni restano esilaranti come il primo giorno. Per l’occasione ricordiamo alcune delle scene più memorabili degli storici film.

FANTOZZI di Luciano Salce Fantozzi

1. Dopo anni di allenamento Fantozzi esce per andare al lavoro alle 7 e 51, ogni cosa è cronometrata, ma quando si rompe una stringa delle scarpe per recuperare il tempo perduto l’unico sistema è prendere il bus al volo…

2. Fantozzi e Filini in campeggio, seguiti dalla nuvola dell’impiegato pronta a piovergli in testa. Il montaggio notturno della tenda irrita gli altri campeggiatori tedeschi («Italiani sempre rumore, sempre cantare chitarra mandolino!»), le martellate di Filini costringono Fantozzi a correre lontano per urlare il dolore. Escursione in barca sotto il sole senza acqua da bere e conseguenti visioni mistiche (Gesù: «Avete pesce? Avete Pane? E allora che me multiplico io?») Fantozzi

3. Veglione di fine anno. Un cameriere maldestro continua a rovesciare pietanze addosso a Fantozzi. Il maestro Canello, impegnato in due veglioni, “bara” facendo scattare la mezzanotte un’ora e mezzo prima. Uscita della compagnia nel pieno dei festeggiamenti con la Bianchina di Fantozzi distrutta da una cucina a gas nel lancio delle cose vecchie. 4. Un Fantozzi apparentemente dimagrito grazie a un vestito-camicia di forza, invita al ristorante giapponese la signorina Silvani. Tra clienti terrorizzati da camerieri-samurai e piatti bollenti, il povero cane della donna, Pier Ugo, finisce al forno….

IL SECONDO TRAGICO FANTOZZI di Luciano Salce Fantozzi

1. Accompagnamento a Montecarlo del duca conte Semenzara, giocatore accanito e superstizioso. Fantozzi prima è costretto a tenergli una mano sotto il sedere e poi a bere la gasatissima acqua Bertier, che lo gonfia come un pallone.

2. Varo di nave accidentato da parte della contessina Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare. Dopo aver centrato diverse volte Fantozzi e tagliato un mignolo a un cardinale, invita alla sua tavola Fantozzi e Filini. Pietosi tentativi dei due di seguire il galateo con tordi scivolosi, pomodorini bollenti e un alano, Ivan il terribile 32simo, che li scambia per la sua cena… Fantozzi

3. Guidobaldo Maria Riccardelli impedisce con il suo cineforum la visione della partita Italia Inghilterra. Fantozzi, privato di una sera alla tv in relax e rutto libero, reagisce bollando il Kotiomkin come cagata (non potendo utilizzare La corazzata Potemkin Salce la fa chiamare così, attribuendo la regia a Serghei M. Enstein invece di Sergej M. Ejzenstejin) e impone a Riccardelli di vedere in ginocchio sui ceci Giovannona coscialunga, L’esorciccio e La polizia s’incazza. 4. Calboni organizza una serata con Fantozzi e Filini in uno squallido night. Spese esorbitanti (compresi 9 taxi per 4 persone in tutto) e corna di Calboni alla sua consorte, l’ex signorina Silvani. La donna decide di andare a Capri con Fantozzi, facendogli dilapidare i soldi rimasti. Dopo un tentativo di suicidio dal salto di Tiberio il ragioniere finisce surgelato dalla Findus.