GIORGIO PASOTTI: UN PAPÀ SULLO SCHERMO COME NELLA VITA

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«Il punto di partenza per girare questo film è stata la mia esperienza personale. So cosa significa non avere alcun tipo di tutela, non dico economica, ma sentimentale se sei il “patrigno” o la “matrigna” di un bambino. Spero che questo film sensibilizzi sulla mancanza di diritti dell’ ex-patrigno o ex-matrigna »: così Giorgio Pasotti ha parlato della sua esperienza nel film Mio papà di Giulio Base, appena presentato al Festival del Cinema di Roma nella sezione Alice nella città e in uscita al cinema il 27 ottobre in 100 copie. L’attore interpreta un uomo che s’innamora di una ragazza (Donatella Finocchiaro) che ha già un figlio di sei anni e, pian piano, cerca di costruire un rapporto col bambino. Una situazione simile è accaduta a Pasotti anche nella vita reale quando, nel 2004, ha iniziato una relazione con l’attrice Nicoletta Romanoff, già madre di due bambini: l’attore quindi sa bene quante gioie e difficoltà questo tipo di legame padre-figlio può comportare. «In caso di separazione dalla madre biologica del bambino quello che era diventato il nuovo padre non ha neppure il diritto di sentirlo al telefono una volta al mese ».

L’idea del film è nata al termine di una partita di calcetto: Pasotti ha detto a Giulio Base che sentiva l’esigenza di girare un film, magari la sua prima regia, sul mondo di chi entra in una famiglia già esistente. Un anno dopo, Giorgio è tornato da Giulio chiedendogli se avrebbe voluto fare la regia del film di cui gli aveva parlato.

Pasotti è presente al Festival con due film (l’altro è Io, Arlecchino, che sarà presentato nell’ambito di Wired Next Cinema), e in entrambi è coinvolto in un rapporto padre-figlio. Questo non nasce da una sua volontà di focalizzarsi su questo tema o di fare “cinema-terapia” per superare un trauma: è stata una coincidenza. Ciò che accomuna i due film è che entrambi sono film dove si raccontano storie umane, sentimenti. «Sono un amante del cinema scandinavo, di Bergman », ha detto l’attore. «Mi appassionano i film sui sentimenti. Ho una visione romantica del cinema. per me i film devono raccontare sentimenti che tutti possano comprendere. Anche se questo non è un film facile ho incontrato in sala molti ragazzi che lo hanno apprezzato perché, al contrario di ciò che spesso si crede, i ragazzi sono molto preparati ed esigenti, vogliono pellicole che non siano superficiali e questa sicuramente non lo è ».

Flaminia Chizzola