GOLDEN GLOBES 2016: IL COMMENTO DA LOS ANGELES

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Le battute al vetriolo di Ricky Gervais, la nuova stella Brie Larson, Matt Damon premiato come miglior comico in un film che comico non è: tutte le curiosità e il commento sulla notte dei Golden Globes in diretta da Los Angeles

DI MARCO GIOVANNINI 

ap_leonardo_dicaprio_mt_160110_31x13_1600Il Golden Globe a Ennio Morricone per la sua colonna sonora di The Hateful Eight era atteso, ma una battuta di spirito di Jaimie Foxx ha regalato qualche secondo di incertezza e imbarazzo. L’ex Django ha finto che nella busta ci fosse invece il titolo di un altro film, Straight Outta Compton, che invece non era nemmeno stato nominato, ma che probabilmente era più vicino al suo cuore e ai suoi gusti musicali. Il premio è stato ritirato da Quentin Tarantino che ha definito Morricone uno dei suoi compositori preferiti, ma non solo di cinema, paragonandolo a Mozart, Beethoven, Schubert. E gli ha rivolto un “grazie” in perfetto italiano. A questo punto si attende solo la replica dell’Oscar.

Per aumentare il nostro medagliere come alle olimpiadi, e darci anche un certo tono, potremmo festeggiare anche qualche oriundo. A cominciare da Leonardo DiCaprio (migliore attore per The Revenant-Redivivo) che ha condiviso il premio con i nativi americani e con tutti i popoli indigeni del mondo, per proseguire con Sylvester Stallone (miglior non protagonista per Creed); e finire con Stefani Joanne Angelina Germanotta, cioè Lady Gaga (miglior attrice di una miniserie tv per American Horror Story).

jennifer-lawrence-golden-globes-ftrIl trionfatore della serata è stato Alejandro González Iñárritu che ha vinto due premi (regia e film drammatico) per The Revenant- Redivivo mentre l’anno scorso era stato premiato solo per la sceneggiatura di Birdman (ma poi aveva vinto ben 3 Oscar). Ennesimo trofeo anche per Jennifer Lawrence, ormai la Meryl Streep della nostra epoca, miglior protagonista di una commedia, Joy. E forse è nata una stella: Brie Larson, protagonista dell’indipendentissimo Room (miglior attrice drammatica), che ha battuto le favorite Cate Blanchett e Rooney Mara, la coppia di Carol. Ciak l’ha incontrata poche settimane fa a Honolulu alle Hawaii, sul set di Kong-Skull Island, il giorno in cui le era arrivata la notizia della nomination. In quel film, un blockbuster annunciato a fianco di Samuel Jackson, Brie se la vede nientemeno che con King Kong. Meritato anche il riconoscimento a Kate Winslet, grande non protagonista in Steve Jobs, anche se dispiace per la straordinaria Jennifer Jason Leigh di The Hateful Eight.

Il tormentone della serata è stata l’inopinata inclusione di The Martian – Sopravvissuto nella sezione commedia/musical. Poteva passare inosservata non fosse stato per il fatto che Matt Damon per l’Hollywood Foreign Press è risultato il miglior comico dell’anno, e che anche Ridley Scott ha dovuto ritirare il premio destinato al miglior film “brillante”. Entrambi sono sembrati stupiti e un po’ imbarazzati, anche perché il presentatore Ricky Gervais non ha smesso per tutta la sera di sghignazzarci su. Inevitabili il premio alla migliore sceneggiatura, Aaron Sorkin per Steve Jobs, al film animato, il capolavoro Inside Out, così come quello al film straniero, l’ungherese Il figlio di Saul. 

la-et-golden-globes-2016-backstage-winners-press-room-picturesNell’orgia di premi televisivi, triplicati dalle sezioni comedy/ drama/ serie limitata, doppio riconoscimento a Mr. Robot (migliore serie e miglior attore, il redivivo Christian Slater), presentato quest’anno in concorso al RomaFictionFest, che ha battuto nientemeno che Il trono di spade. Poi Jon Hamm, per Mad Men (ultima stagione), Oscar Isaac per Show Me a Hero, Gael Garcia Bernal per Mozart in the Jungle, Taraji P. Henson per Empire, Rachel Bloom per Crazy Ex-Girlfriend, Maura Tierney per The Affair. E ancora le serie Mozart in the Jungle e Wolf Hall.

Hanno chiuso la canzone Writing’s on the Wall, da Spectre, e il premio alla carriera (Cecil B. DeMille Award) a un Denzel Washington con moglie e figli, ma senza occhiali, che non riusciva a leggere i nomi che aveva scritto sul suo biglietto di ringraziamento. Una scenetta che intenerito perfino il perfido Ricky Gervais, che non ha voluto infierire. Il suo saluto iniziale era stato un affettuoso: «Buonasera disgustosa feccia di deviati sessuali ».  Poi man mano che i suoi bicchieri di birra si svuotavano ma subito si riempivano di nuovo, ha distribuito bastonate a tutti, presenti e assenti. Ha felicitato Matt Damon, per essere l’unico a cui Ben Affleck è rimasto fedele; ha spiegato che “Joy” e “Trainwreck”, non erano titoli di film, bensì i nomignoli delle prostitute preferite da Charlie Sheen; ha definito Eva Longoria una della persone che il futuro presidente Usa Donald Trump non vede l’ora di poter deportare;  ha rivelato che Spotlight, sulla scandalo dei preti pedofili, era stato definito il “mio film preferito” da Roman Polanski. Ma l’epigrafe della serata l’ha conquistata una frase di Iñárritu, sulle difficoltà logistiche e ambientali incontrate sul set di The Revenant – Sopravvissuto: «Tutti noi sappiamo che la sofferenza ha una durata limitata, mentre un film rimane per sempre ».

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