IL PRIMO APPUNTAMENTO DI OBAMA E MICHELLE

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«Ciao, sei in ritardo», lei dice a lui: «Speravo non lo notassi». Lei è Michelle Robertson e lui Barack Obama. È l’estate del 1989 nel South Side di Chicago. Inizia così la storia di quella che diventerà l’attuale coppia presidenziale. «Ma non è un appuntamento romatico», ci tiene a precisare Michelle, allora avvocatessa dello stesso studio legale in cui lavora Barack come apprendista. Insieme sono diretti a un community meeting, una scusa per Obama per passare una giornata con lei. E in fondo, anche Michelle si era incipriata fin troppo per un pomeriggio di lavoro. Il regista e sceneggiatore Richard Tanne parte dal quel primo incontro per raccontare la storia d’amore tra il Presidente degli Stati Uniti, interpretato da Parker Sawyers, nel suo primo ruolo da protagonista, e la first lady Michelle dal volto di Tika Sumpter (Ride Along) nel film prodotto da John Legend e presentato lo scorso gennaio al Sundance Film Festival. Leggendo interviste, libri dedicati alla famiglia presidenziale, video e scritti degli stessi Obama e un pò di immaginazione Tanne è arrivato a scrivere la sceneggiatura. «Ovviamente nessuno ha preso appunti su di loro nel giorno del primo incontro», ha detto il regista subito dopo la proiezione del film che ha avuto una calorosa accoglienza. «Ma sono sicuro al 90% sull’accuratezza di quello che Barack e Michelle fecero quel giorno e di cosa si dissero. Confesso che forse l’incontro con gli attivisti successe qualche giorno dopo. Ma ebbe luogo nel modo in cui lo abbiamo raccontato».

Obama arriva a bordo di una Datsun scassata con un buco sul sedile anteriore, fuma una sigaretta dopo l’altra ed è in ritardo come il primo giorno di lavoro. Michelle non manca di farglielo notare. Quel pomeriggio d’estate in cui Michelle e Barack hanno appuntamento per andare al community meeting, in realtà, si trasforma in un giro per la città con un Obama che sfoggia tutto il suo carisma e il suo fascino per conquistare la donna di cui si era invaghito. Così passeggiano fra le sale dell’Art Institute di Chicago a una mostra di pittori e scultori afro-americani da lui amati, fanno un pic-nic nel parco, vanno a un incontro con un gruppo di attivisti nel quartiere povero, Southside, per finire a cinema a vedere Fà la cosa giusta di Spike Lee. Obama parla in modo schietto, racconta del padre africano che dopo aver lasciato la madre, bianca, era tornato in Kenya per poi sprofondare tra alcool e violenza fino alla morte, da ubriaco, in un incidente automobilistico. Le parla del suo passato con la marijuana, della sua passione per l’arte, il suo interesse per il sociale, il suo desiderio di aiutare gli altri, e magari un giorno anche dedicarsi alla politica. E non riesce a fare a meno di rivelarle di essersi invaghito di lei. E in effetti, anche Michelle che all’inzio sembrava diffidente e trovava il giovane Barack un pò arrogante, alla fine pensa: «è da un po’ che non provavo quel tipo di legame». Il discorso di Obama sugli attivisti di colore la seduce e così la lunga giornata si conclude con il primo bacio, complice un gelato di Baskin-Robbins. Quel momento romantico è stato poi commemorato dalla città’ di Chicago con una targa.

Se il racconto è veritiero lo sanno solo il Presidente e la First Lady, che però non hanno ancora visto il film. «La storia appartiene al pubblico», afferma Tanne, «quindi l’approvazione della Casa Bianca non era necessaria… In fondo volevamo raccontare semplicemente una storia d’amore in cui tutti si possono identificare, dimenticando che si sta parlando degli Obama».