La Brexit, il cinema politico e “Il viaggio”: intervista doppia a Timothy Spall e Colm Meaney

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Due giganti del cinema si sono incontrati nel film Il viaggio di Nick Hamm per raccontare lo storico incontro tra il leader degli Unionisti Protestanti Ian Paisley e il repubblicano Martin McGuinness che ha messo fine alla guerra nell’Irlanda del Nord. Sono Timothy Spall e Colm Meaney, che in questa intervista doppia raccontano come ancora si incontrano cinema e politica

Chi erano per voi McGuinness e Paisley prima di interpretarli?

Timothy Spall: Per chiunque della mia generazione, Paisley al tempo era il volto degli unionisti e dei protestanti in politica, una figura molto amata da una parte e molto odiata dall’altra. Tutto il sistema politico nord-irlandese era un terrificante spettacolo da baraccone. Io avevo una mia opinione decisa, o meglio un’idea su di lui, ma non ne sapevo abbastanza sul tema, ne so di più adesso. Volevo conoscere le sue motivazioni, cosa lo faceva scattare.

Colm Meaney: Ho conosciuto Martin McGuinness, ho avuto la possibilità di incontrarlo e l’ho sostenuto nella campagna elettorale per le elezioni presidenziali nel 2011, avrei condiviso all’80% il suo punto di vista. Conoscevo bene la figura pubblica, meno la persona, ho dovuto eliminare la percezione pubblica del personaggio per trovare l’uomo reale che si celava dietro.

Quanto è interessante raccontare la storia attraverso il cinema e condividere col pubblico la questione per permettere alle nuove generazioni di comprendere quel periodo politico?

Timothy Spall: E’ una grande opportunità per investigare il lato umano di personaggi che hanno un’immagine estremamente forte e capire i motivi che li fanno agire in un certo modo, nonostante idee molto controverse. Spero questo interesse sia condiviso, il pubblico desidera vedere il lato umano di chi prende decisioni così importanti, il che permette di capire che non ci sono soluzioni semplici per grossi problemi.

Pensa che la politica oggi sia pericolosa?

Timothy Spall: La politica è sempre pericolosa, potenzialmente. Dà potere che può essere usato bene o male. La politica alla fine è la struttura con cui troviamo le persone da mettere al potere. Almeno in democrazia abbiamo la possibilità di scegliere chi mettere al vertice; senza democrazia non abbiamo nemmeno questa possibilità.

E tu Colm?

Colm Meaney: Sono sempre contento di avere l’opportunità di trattare temi politici sullo schermo. Sono sempre stato interessato alla politica. Uno dei miei film preferiti è Novecento di Bernardo Bertolucci, per la capacità di rappresentare la storia e la politica del suo paese con quella portata. Vedere quando politica e arte si sposano così bene è una cosa gloriosa, perciò quando opportunità come questa si presentano non vedo l’ora di partecipare.

Il personaggio politico preferito al cinema?

Timothy Spall: Robert Redford in Il Candidato, film fantastico, un meraviglioso esempio di nuovo del lato umano della politica. Vediamo sempre le conseguenze del lato positivo e negativo della politica e la possibilità di immergersi in maniera creativa nelle motivazioni delle persona. E il meglio che il cinema può fare è toccare proprio questo lato umano e cosa porta le persone ad agire in un certo modo.

Pensa che il cinema possa avere un ruolo politico oggi?

Timothy Spall: La mia opinione è che il cinema e tutte le arti sono al loro meglio quando sono uno strumento che permette alle persone di esprimere le proprie opinioni. Secondo me è possibile parlare di politica, artisticamente, con molta forza e idealmente è ciò che vuoi o almeno ciò che piace del cinema. L’arte è al meglio quando esprime la condizione umana e la politica è la struttura delle regole umane ma spesso appare inumana. La politica nei film è un ottimo modo per usare la passione poetica per mostrare perché la gente agisce in un certo modo. è un’indagine molto interessante perché è artistico e perché c’è una poetica nella struttura della politica può essere parecchio fredda.

Colm Meaney: La politica può essere trattata dal cinema ma bisogna trovare un veicolo. La chiave per farlo sono i caratteri umani che rendono il tema drammatico e interessante. Utilizzare la propaganda politica sfrontata non raggiunge quest’obiettivo, c’è bisogno di trovare un veicolo, una storia per illustrare il tuo punto di vista. D’altro canto possiamo, o meglio dobbiamo avere un’opinione forte su certi argomenti, ci sono ottimi film di propaganda con posizioni forti, The Constant Gardener è un grande esempio…

Timothy Spall: Anche la Riefenstahl.

Viviamo in un periodo difficile. Posso chiederle un’opinione personale su Brexit, che potrebbe cambiare radicalmente la storia?

Timothy Spall:  Temo che sarò abbastanza neutrale. La cosa positiva, per qualcuno l’unica, è che vediamo il potere della democrazia in azione. Molte persone avevano qualcosa da dire, si sono schierati e il governo adesso deve agire: è il processo democratico. La democrazia esige che sia fatto ciò che la maggioranza vuole. Ci sono molte cose da vedere. Sappiamo che ci sono sempre movimenti di qualsiasi tipo che creano grossi cambiamenti. So che non mi sto schierando da un lato o dall’altro ma questo è quello che volevo dire.

E’ difficile essere europei oggigiorno per molte ragioni.

Timothy Spall: Mi sembra che qui stia andando tutto bene, siamo qui seduti, a fare questa intervista. Abbiamo la possibilità… Ci sono barriere, senza dubbio. Bisogna essere prudenti, c’è una linea sottile fra prudenza e paranoia, dobbiamo stare molto attenti, la paranoia è una minaccia per la libertà. Le cose stanno cambiando ma dobbiamo vedere se per il meglio o per il peggio, speriamo e preghiamo che vadano per il meglio. Bisogna essere delle persone insolite per sperare che la gente soffra.

Una domanda per te, Colm. Quali sono i tuoi film preferiti sul conflitto nord irlandese?

Colm Meaney: Hunger sullo sciopero della fame è un film straordinario. Fassbender e McQueen hanno fatto un lavoro eccellente. E’ un film fantastico perché fa esattamente quello che diceva Tim, cioè mostrare i personaggi come esseri umani, esplorando la loro umanità e perché hanno fatto scelte così drastiche, senza cercare di convincere nessuno, ma in maniera efficace, come spero faccia anche il nostro film.

Steve McQueen è un chiaro esempio di regista che si prende dei rischi per quanto riguarda i temi ma rispettando la propria integrità morale. Ci puoi dire qualcosa a proposito della tua carriera sul prendersi questo tipo di rischi?

Colm Meaney: Beh per un attore è diverso. Quando sei lo sceneggiatore o il regista sei il creatore e l’artefice delle storie, noi siamo interpreti. Non sto cercando di eludere la domanda, ma è molto differente, aspettiamo che il telefono squilli mentre un regista o uno sceneggiatore dall’altro lato fa delle scelte, aspettiamo il copione ed è bello poter fare delle scelte ma non decidiamo noi, le decisioni sono prese da altri fattori e altre persone. Al massimo hai 2/3 opzioni e cerchi di scegliere la migliore o la più coraggiosa. Alla fine devi pagare il mutuo e mandare i figli a scuola, a volte ci sono interessi conflittuali.

Timothy Spall: Come attore devi aspettare la tua opportunità, anche come regista. Parlando di rischi, c’è quello di rifiutare un ruolo perché non ti convince, perdi soldi e niente ti fa sentire insignificante come la prospettiva della disoccupazione. Ma parlando di rischi, ho dovuto pensare a lungo se accettare questo ruolo perché sono consapevole che è un tema molto delicato e non volevo urtare sentimenti profondi che molte persone hanno ancora al riguardo. La questione irlandese ha causato molto dolore che perdura, perciò mi rendevo conto che mi stavo prendendo dei rischi e il mio agente me l’ha fatto notare. ma quello che prevale è il potere delle intenzioni di portare una pace condivisa. I due personaggi hanno fatto un lungo viaggio, ma sono entrambi al potere e sono un esempio di persone che sono state disprezzate, odiate e amate dopo aver fatto cose controverse e quindi ben rappresentano il passaggio dai movimenti di protesta alle posizioni di potere. Dovevo comunque stare attento perché il dottor Paisley è morto ma la moglie e i figli sono ancora in vita e qualunque sia l’opinione sul personaggio, non volevo urtare i loro sentimenti. Questo è comunque un rischio, sebbene minore, perciò può anche essere un bel ruolo, un bel guadagno o una grande opportunità ma devi pensare: “è giusto accettarlo?”. Gli esseri umani sono differenti ma tutti cercano pace potere e compromesso, e nel trovare il compromesso si prendono dei rischi.

Emiliano Dal Toso

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