“LA CORRISPONDENZA”: TORNATORE RACCONTA L’AMORE AI TEMPI DI SKYPE

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Il nuovo film di Giuseppe Tornatore riflette sulla possibilità di vivere una storia d’amore attraverso i nuovi mezzi di comunicazione digitali: Skype, computer, sms, Dvd, email

COVER CIAK 01 2016.inddIl filo conduttore che lega La corrispondenza, in uscita giovedì 14 gennaio (cover e servizio su Ciak di questo mese), a La migliore offerta, il precedente film di Giuseppe Tornatore, è senz’altro l’indagine dell’immaterialità dell’amore: un sentimento che in entrambi i film viene analizzato come una proiezione ma anche come una gabbia, in grado di precludere a chi si trova coinvolto ogni tipo di lucidità e consapevolezza di ciò che realmente lo circonda.

La bellissima Olga Kurylenko interpreta una stuntgirl che studia astrofisica, innamoratissima di un uomo molto più grande di lei, Jeremy Irons, nei panni di un suo vecchio professore. Il rapporto tra i due sembra sin dalla prima sequenza molto passionale e carnale: successivamente, si svilupperà soltanto attraverso conversazioni via Skype, scambi di email sullo smartphone, messaggini e registrazioni video.

Per il regista siciliano, premio Oscar per Nuovo Cinema Paradiso, si tratta del suo film più legato alla contemporaneità. A tal proposito, sembra interessante confrontare proprio i comportamenti e gli atteggiamenti di chi vive una relazione sentimentale al giorno d’oggi, tra l’attesa e l’ossessione di ricevere un’attenzione di natura digitale, con i corteggiamenti tipicamente paesani dei personaggi dei più conosciuti dei film di Tornatore: sembrano appartenere a un’epoca ormai lontanissima i tentativi di seduzione del Totò di Nuovo Cinema Paradiso, degli uomini di Malèna, e del Peppino di Baarìa.

Un amore sempre più astratto e virtuale, forse addirittura più mentale e illusorio di quello vissuto dal Geoffrey Rush de La migliore offerta, al punto che potrebbero apparire davvero assurde e ingiustificate alcune scelte della protagonista dal punto di vista dello spettatore meno propenso a farsi coinvolgere dall’inganno dei sentimenti. Ad ogni modo, la furbizia narrativa di Tornatore non deluderà certamente chi da un film pretende soprattutto colpi di scena: peccato che quello più importante avvenga soltanto dopo mezz’ora.

Emiliano Dal Toso

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(foto di Pietro Coccia)