“LA LA LAND” IN TRE DOMANDE

0

Si parte alla grande alla settantatreesima Mostra del cinema di Venezia con La La Land già in fila per fare incetta di Oscar. Sebastian (Ryan Gosling) e Mia (Emma Stone) sono due artisti dalle grandi speranze, lei sogna di fare l’attrice, lui di aprire un jazz club. In una Los Angeles da cartolina il destino li farà incontrare e innamorare, ma presto presenterà un conto più che salato.

Arrivata al Lido in pompa manga, con nuvole di fan appostati in ogni angolo dell’isola, alla conferenza stampa dedicata al film Emma Stone si è presentata in stato di grazia. Capelli raccolti che lasciavano libero un solo ciuffo, rossissimo, abito verde e rosa pallido, elegante e perfetto per far risaltare occhi e incarnato, rispettivamente degli stessi colori. Alla sua destra il giovane regista Damien Chazelle, che dopo Whiplash continua a raccontare il ritmo sfrenato delle passioni.

Il musical stava morendo, lei lo ha riportato in vita?

Damien Chazelle: Il musical non stava e non sta morendo, ma sta evolvendo, anzi questo è quello che abbiamo cercato di fare. Il genere si presta benissimo a raccontare sogni perché permette di dare libero sfogo alle emozioni, che sono espresse sotto forma di canzoni. Per questo però è spesso distante dalla vita, nella quotidianità non capita spesso di mettersi a ballare e cantare nel bel mezzo della strasa… Noi abbiamo cercato di riavvicinarlo ed è il motivo per cui abbiamo scelto un finale malinconico, che abbiamo fin da subito capito essere l’unico finale possibile. È anche vero però che spesso la realtà non è all’altezza dei nostri sogni, e in questo caso i musical sono fondamentali perché ci aiutano a fantasticare. Fin dal primo momento l’idea su cui abbiamo ragionato era come prendere la magia dei musical démodé e tradurla in un linguaggio accessibile ai giovani di oggi. Sono ancora stupito dal risultato.

C’è un messaggio per i giovani? A volte il film sembra dire che il prezzo da pagare per la realizzazione dei propri sogni è rinunciare all’amore, è davvero così?

Damien Chazelle: Non sarei così pessimista, i due protagonisti alla fine del film sono persone migliori proprio perché si sono incontrate e si sono amate così tanto. Questo è a suo modo un film romantico, e sono fermamente convinto che i film più romantici siano quelli in cui gli innamorati non stanno insieme per sempre.

Emma Stone: Se c’è un messaggio è quello di non essere cinici. I giovani d’oggi sembrano non prendere nulla sul serio, a volte nemmeno loro stessi e sono davvero cinici. In tutto il film non c’è invece traccia di cinismo, non c’è nemmeno una presa in giro. Quello che abbiamo cercato di dire è che bisogna lavorare seriamente per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Tu Emma fai musical da quando eri una bambina. Qualche esperienza simile a quella della protagonista?

Emma Stone: Ho iniziato a fare musical all’età di otto anni, poi a 15 anni mi sono trasferita a Los Angeles con il sogno di fare l’attrice. Prima di iniziare a lavorare sul film abbiamo parlato molto io e Damien e abbiamo ricordato alcuni dei miei vecchi provini. Mi sono sentita da subito molto vicina al mio personaggio, ma fortunatamente non ho avuto nessuna delle sue traumatiche esperienze. Ma una cosa che ammiro moltissimo in Mia è la decisione di iniziare a scrivere per sé, di fare qualcosa da sola. Io non sono mai stata così coraggiosa.