Lino Guanciale: “Il libro che mi ha cambiato la vita”

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Inizia oggi una nuova rubrica: abbiamo chiesto ai protagonisti del cinema italiano qual è l’opera, il libro, il film, l’album o il dipinto che ha cambiato la loro visione del mondo e che ha segnato per sempre la loro vita. Il primo a risponderci è Lino Guanciale, l’attore di I peggiori e della serie tv La porta rossa, impegnatissimo fra teatro e cinema, in questi giorni sul set della commedia La casa di famiglia insieme a Matilde Gioli, Stefano Fresi e Libero De Rienzo.

LINO GUANCIALE: “LA LINGUA SALVATA” DI ELIAS CANETTI

«L’opera che mi ha cambiato la vita è La lingua salvata di Elias Canetti», dice Lino. «È una bellissima autobiografia degli anni dell’infanzia di un autore emblematico di cosa può significare l’identità europea: era un ebreo di origini sefardite, nato in Bulgaria da una mamma di origini italiane e un padre di origini spagnole. Ha vissuto in gran Bretagna, poi è rimasto per gran parte della sua vita a Vienna.

La lingua salvata mi stregò fin dalla primissima pagina in cui parla del primo ricordo che ha, assumendo un modo di raccontare infantile, fatto per impressioni. Quel libro mi ha fatto tornare alla mente anche il mio primo ricordo, quando mi sono rotto il naso a un anno e mezzo: stavo portando a mia mamma un pannolino per mio fratello e ho sbattuto su un tavolino. Mi sono ricordato, come in una soggetti, la faccia di mio nonno che mi porta al pronto soccorso, e poi quella del medico che mi mette i punti. Canetti ha un ricordo simile. La cosa mi ha colpito a tal punto che La lingua salvata ha un posto d’onore sul mio comodino. E poi parla del rapporto con il padre, che perde da piccolo, e con la madre, con la quale avrà una relazione conflittuale di amore e litigiosità. L’ho letto per la prima volta a 24 anni durante la mia prima tournée, quando avevo l’impressione che cominciasse la vita vera. Ho comprato il libro a Lugano e l’ho letto d’un fiato. Ha una scrittura evocativa talmente forte da cambiare la prospettiva dei ricordi antichi e presenti alla coscienza: sembra di guardare un film».

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