ROMAFICTIONFEST: “MR. ROBOT”, UN CYBER-GIUSTIZIERE

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Uno dei titoli più interessanti tra quelli in concorso al RomaFictionFest, Mr. Robot, è un thriller immerso nel contesto socioculturale nel quale viviamo, tra hacker informatici, lotta alle multinazionali e riferimenti cinematografici

Mr. RobotPrima di sbarcare sul piccolo schermo italiano il prossimo 17 dicembre, trasmesso da Premium Stories, Mr. Robot si attesta già come uno dei titoli più interessanti in concorso durante il RomaFictionFest. Già ampiamente lodato dalla critica oltreoceano, il cyber-thriller ideato da Sam Esmail, è immerso nell’attualità socioculturale nella quale viviamo grazie alla figura del suo protagonista, Elliot Alderson (Rami Malek), giovane ingegnere esperto di sicurezza informatica che lavora per la Allsafe, azienda leader nell’attuazione di protezioni da attacchi di hackeraggio il cui principale cliente è la E Corp, la multinazionale che ha portato alla morte di suo padre. Il pilot, diretto da Niels Arden Oplev, già regista di Uomini che odiano le donne, ci mostra la doppia vita del giovane informatico, tra un lavoro che non lo stimola e la sua vera natura da hacker che sfocia in un vero e proprio stalkeraggio informatico di chiunque entri in contatto con lui, con tanto di file salvati e catalogati singolarmente con i segreti degli ignari amici e conoscenti. E già solo con questo particolare Esmail cala il primo asso. Un significativo commento alla fragilità e falsità delle rete nella quale i nostri dati personali sono costantemente a rischio o modificati per vivere identità diverse e truffaldine. Un richiamo a Edward Snowden, ex tecnico della CIA e fautore del Datagate, le cui dichiarazioni hanno portato a galla gli intrecci fatti di controlli e spionaggio che passano proprio attraverso la rete, mettendo non poco in difficoltà la presidenza Obama.

Mr. RobotElliot, la cui divisa consiste in una felpa nera con cappuccio nella quale si nasconde dal mondo, è un depresso sociofobico con una dipendenza da morfina, sempre in bilico tra allucinazioni e paranoie, che trova in Mr. Robot (Christian Slater), un enigmatico anarchico-insurrezionalista a capo di un gruppo di hacktivisti (hacker attivisti) che lottano contro i debiti contratti con le banche e i corruttori (gli fsociety) il suo scopo, la sua missione di giustiziere informatico. Ed ecco un altro riferimento al presente, questa volta ad Anonymous, la rete di hacker che con le loro azioni dimostrative rappresenta un’antagonista concreto ai poteri forti e corrotti dell’economia e della politica mondiale. Ricco di monologhi interiori che Elliot indirizza a sé stesso, lo stile narrativo della serie, reso elettrico da un’uso raffinato delle musiche curate da Mac Quayle, ricorda da vicino quello del cult firmato da David Fincher, Fight Club, grazie al quale lo spettatore è costantemente in allerta, sospeso tra realtà ed allucinazione. Mr. Robot è un ritratto distorto dei nostri giorni, una riflessione sul ruolo della tecnologia e della sicurezza digitale costantemente minacciate da un uso improprio e corrotto.

Manuela Santacatterina