“SING STREET”: L’AMORE, LA MUSICA E UN IMPERDIBILE TUFFO NEGLI ANNI ’80

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1985, Conor (Ferdia Walsh-Peelo) ha quindici anni e come la città in cui vive, Dublino, sta attraversando un periodo di crisi. Costretto a trasferirsi in una scuola pubblica a causa dei problemi economici dei genitori – che stanno anche divorziando -, deve vedersela con i bulli di quartiere, un preside integerrimo e le farfalle allo stomaco suscitate dalla bella Raphina (Lucy Boynton), giovane piena d’ambizioni e progetti, tra i quali lui non sembra rientrare. Ma è proprio per far colpo su di lei che Conor decide di metter su una band musicale e che, girando videoclip negli angoli della città (così come era accaduto a Keira Knightley e Mark Ruffalo in Tutto può succedere, sempre diretto da Carney) si trasformerà in Cosmo. Ancora più coinvolgente del nascere della storia d’amore è infatti lo sbocciare di una identità artistica e personale ben precisa, dove la chiave di volta è essere “felicitristi”. Cosa vuol dire? Ce lo dice Conor: “Vuol dire che io sono bloccato in questo cesso pieno di deficienti, stupratori e bulli, e me ne sto facendo una ragione, va bene? È com’è la vita: farsi una ragione delle cose e andare avanti. E fare un po’ d’arte.”

Sing Street, ultimo lavoro dell’irlandese John Carney – che s’è ispirato alla propria storia personale – è un racconto d’amore e formazione che riesce a catturare tutto quello che di romantico, magico e folle c’è nel far musica. Un film “felicetriste” che coinvolge non solo per la nostalgia intrinseca al raccontare un panorama musicale che è ormai storia (meraviglioso il personaggio di Jack Rainor, guru del rock), ma anche per la naturalezza con cui sa catture gli sforzi e le ragazzate messe in atto da un gruppo d’adolescenti incasinati, capaci di creare, a loro modo, arte.

Più tenero e naïf di School of Rock, con il quale sarà inevitabile un confronto, l’unica cosa che si può rimproverare al film è la facilità con cui la storia si svolge e il finale che richiede una minima sospensione dell’incredulità. Detto questo, complice la colonna sonora travolgente, la presenza di Ditocorto de Il trono di Spade (Aidan Gillen), la ragazza dagli occhi come la Luna, e l’abbatuffolato protagonista (da tenere d’occhio) Sing Street, al cinema dal 9 novembre, è destinato a fare stragi di cuori.

Maria Laura Ramello