SPECIALE MARK RUFFALO: IL SUPEREROE ORDINARIO

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Foxcatcher
Foxcatcher

Bennett Miller, con soli tre lungometraggi all’attivo con i quali ha però conquistato un gran numero di nomination agli Oscar, è uno di quei registi che riescono ad enfatizzare le doti attoriali dei propri interpreti, portandoli oltre le colonne d’Ercole delle loro capacità. L’aveva già fatto con Philip Seymour Hoffman in Truman Capote – A sangue freddo, replicando con Foxcatcher, pellicola a metà strada tra il dramma psicologico e sportivo basata sulla vera storia dei due fratelli olimpionici Mark e Dave Schultz e del loro infelice incontro con il milionario John Du Pont. Se per il personaggio interpretato da Steve Carrell la trasformazione è più evidente grazie anche ad un massiccio trucco che ne sottolinea la diversità, il lavoro sul personaggio fatto da Mark Ruffalo, che gli è valso la seconda nomination agli Academy Awards, è molto più sottile e giocato sul dettaglio, dalla postura al tono della voce fino alla camminata.

hulk
Hulk

Poliedrico come la sua carriera che ha rischiato di venire interrotta nel 2002 quando ha dovuto affrontare un’operazione al cervello e la relativa riabilitazione a causa di un tumore benigno, Mark Ruffalo ha passato quasi vent’anni sui set più disparati, dall’esordio, nel 1996, nell’horror The Dentist di Brian Yuzna alle grandi produzioni hollywoodiane come quella dedicata ai Vendicatori, gruppo di supereroi firmato Marvel Comics, in The Avengers, nel quale umanizza l’irascibile e rabbioso Hulk attraverso le insicurezze e le paure del suo doppio, lo scienziato Bruce Banner che presto rivedremo sul grande schermo nel secondo capitolo Avengers: Age of Ultron (come anticipato nella cover di Ciak di marzo).

The Normal Heart
The Normal Heart

Instancabile attivista, tanto da essere tenuto d’occhio dal suo stesso Paese per le sue battaglie ambientali (dall’interesse per le energie rinnovabili alla denuncia dell’impatto negativo sul territorio di pratiche industriali invasive), ha portato il suo impegno anche sul piccolo schermo con il film tv The Normal Heart, diretto da Ryan Murphy e trasmetto dalla HBO, adattamento dell’omonima opera teatrale di Larry Kramer, nel quale interpreta Ned Weeks, scrittore omosessuale nella New York degli anni ’80 e partecipe sostenitore della lotta a favore dei diritti dei malati di HIV.

Zodiac
Zodiac

Con una filmografia divisa idealmente in due grazie al ruolo del detective Dave Toschi in Zodiac a fare da spartiacque e permettergli di intraprendere un cambio di rotta verso ruoli da protagonista, la carriera di Mark Ruffalo ha sempre teso (saga Avengers esclusa) verso personaggi reali e in qualche misura eccezionali anche nel loro essere ordinari. Dal marito fedigrafo de I giochi dei grandi fino al sesso dipendente in terapia di Tentazioni (Ir)resistibili passando per il

shutter island
Shutter Island

detective/dottore di Shutter Island fino alle incursioni, con ruoli più o meno rilevanti, in produzioni di matrice indipendente (Se mi lasci ti cancello, Nel paese delle creature selvagge), l’attore del Wisconsin si è fatto lentamente strada verso le vette del consenso prendendo parte anche a progetti complessi e tortuosi, come l’adattamento cinematografico di Cecità di Fernardo Meirelles al fianco di Julianne Moore o il drammatico Reservation Road di Terry George.

I ragazzi stanno bene
I ragazzi stanno bene

Una filmografia eterogenea dunque nella quale spiccano collaborazioni importati come quelle con Michael Mann (Collateral), David Fincher e Martin Scorsese e ruoli speciali, che gli hanno regalato un posto immutabile tra i grandi interpreti del cinema statunitense, come il papà in provetta che si scopre genitore in ritardo ne I ragazzi stanno bene, commedia del Sundance diretta da Lisa Cholodenko o quella dell’eccentrico e malinconico papà affetto da bipolarismo alle prese con le sfide poste dalla crescita delle due figlie nella Boston degli anni ’70, nell’esordio autobiografico di Maya Forbes in Infinitely Polar Bear, presentato all’ultima edizione del Torino Film Festival ma ancora inedito nel nostro Paese.

Manuela Santacatterina