SUMMER MOVIES: I 5 FILM DA (RI)SCOPRIRE

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Per molti l’estate è la stagione più attesa dell’anno. Per un bambino è sinonimo di vacanze, di mare, di spensieratezza; per un appassionato di calcio, significa Mondiali o Europei (perlomeno, negli anni pari). Eppure, dalla musica al cinema, l’estate è l’ispirazione ideale per riflettere sulle proprie inquietudini, per sviscerare i propri fantasmi. Il palcoscenico perfetto della malinconia, il trionfo della mestizia.
Abbiamo selezionato cinque film che relazionano l’estate a questo umore un po’ grigio, ma sempre dettato da una grande attitudine al romanticismo.

Ecco i vostri Summer Movies: cinque film da (ri)vedere e (ri)scoprire, che ci commuovono e ci convincono dell’illusoria leggerezza della brezza estiva.

y tu mama tambien5 Y TU MAMÁ TAMBIÉN (2001)
Alfonso Cuarón

Nell’indissolubile legame tra estate e adolescenza, merita di essere segnalato questo piccolo cult che racconta le avventure di due amici messicani (Diego Luna e un giovanissimo Gael García Bernal, vincitori alla Mostra di Venezia del Premio Mastroianni) in viaggio verso la spiaggia di Boca del Cielo, e della loro graduale scoperta del sesso in tutte le sue forme, grazie alla disponibilità di Louisa (la bellissima Maribel Verdú), ventottenne spagnola tradita dal marito. Il trampolino di lancio per Bernal e, soprattutto, per il regista Alfonso Cuarón, ancora incontaminato dal richiamo della fantascienza di Gravity.

adventureland4 ADVENTURELAND (2009)
Greg Mottola 

James Brennan (Jesse Eisenberg, prima di The Social Network) si è appena diplomato ma non va in vacanza: lo aspetta l’estate del 1987, lavorando nel parco divertimenti di Adventureland, facendo conoscenza di stralunati colleghi che non dimenticherà e innamorandosi di una incantevole – quanto “gattamorta” – Em Lewin (Kristen Stewart, subito dopo il primo Twilight). Battito cardiaco accelerato, mal di pancia, occhi sempre aperti e testa sempre assente in questo nostalgico e sincero omaggio di Mottola alle proprie turbe giovanili, con il supporto di una colonna sonora impeccabile (David Bowie, Lou Reed, The Cure, The Replacements).

un'estate da giganti3 UN’ESTATE DA GIGANTI (2011)
Bouli Lanners 

Zak (Zacharie Chasseriaud) e Seth (Martin Nissen) sono due adolescenti abbandonati dai genitori per l’estate nella casa del nonno defunto, sperduta nelle colline del Belgio. Con l’amico Dany (Paul Bartel), scorrazzano per la campagna, fumando spinelli e ubriacandosi. Rimasti senza soldi e senza casa, decidono di abbandonarsi alla Natura e a un destino che appartiene solo a loro. Presentato al Festival di Cannes del 2011, è un gioiello che guarda esplicitamente al classico Stand By Me: l’adolescenza come primo vero approccio alle amarezze ma anche alla scoperta della bellezza e della presa di consapevolezza di essere gli unici padroni della propria vita.

summer of sam2 SOS SUMMER OF SAM – PANICO A NEW YORK (1999)
Spike Lee 

Nell’estate del 1977, lo psicotico David Berkowitz uccide con una calibro 44 soltanto donne e coppiette appartate, scatenando una paranoia collettiva, mentre la canicola provoca un blackout che scatena la repressione di neri e portoricani. Funambolico nella descrizione di un Bronx torrido e violento, Spike Lee ricostruisce magistralmente gli anni Settanta, tra punk, discomusic e cocaina. E firma uno dei suoi capolavori, frenetico, pieno di rabbia, grondante di lacrime e sangue. Cast irripetibile (John Leguizamo, Mira Sorvino, Adrien Brody) e colonna sonora da vertigini: Talking Heads, The Who, Abba, Marvin Gaye.

l'estate di kikujiro1 L’ESTATE DI KIKUJIRO (1999)
Takeshi Kitano  

Kikujiro (Takeshi Kitano) è uno stanco e disilluso yakuza di periferia incaricato di accompagnare il piccolo Masao (Yusuke Sekiguchi) da Tokyo a Toyoashi per incontrare la madre, durante i primi giorni d’estate, quando le famiglie benestanti partono per il mare, e i solitari e i meno fortunati sono costretti a rimanere in città. Un grande e un bambino, incontro di due anime deluse on the road che, con l’aiuto di strambi individui raccolti per strada, si inventano giochi per reagire alle ingiustizie della vita. Kitano al suo meglio, lieve e doloroso, in grado di tratteggiare gli sconfitti con un affetto immenso e senza rinunciare a quella spiaggia bianca e metafisica che caratterizza tutto il suo cinema, autentico posto dell’anima.

Emiliano Dal Toso