Antonia: «Una donna imperfetta in cui riconoscersi»

Chiara Martegiani è protagonista, con accanto il compagno Valerio Mastandrea, di una nuova, ironica serie dramedy che «parla di endometriosi, ma anche di tanto, tanto altro». Dal 4 marzo su Prime Video

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Come è nato questo progetto?

Da una mia esigenza. Stavo attraversando un periodo di crisi, un po’ lavorativa, ma anche personale. Avevo 30 anni, stavo cambiando io e stavano cambiando le persone attorno a me. Poi mi sono accorta che non riguardava solo me e coinvolgeva soprattutto le donne, perché quella è l’età in cui inizi davvero a chiederti se devi creare una famiglia, fare figli. Ho pensato che sarebbe stato interessante raccontare una ragazza così, la sua crescita. Ho chiamato due amiche, che poi sono due sceneggiatrici, Elisa Casseri e Carlotta Corradi. Sapevo avrebbero condiviso l’intenzione e che avevano la chiave giusta per raccontare questa storia con ironia. Abbiamo iniziato a lavorare al progetto. Ci siamo ispirate alla mia vita, ma abbiamo attinto anche dalle loro esperienze. Volevamo raccontare una donna autentica, normale, imperfetta, anche antipatica ogni tanto. Qualcuno nella quale riconoscersi.

E poi?

Mentre stavamo costruendo il personaggio di Antonia, e poi ti dirò perché si chiama così visto che non me l’hanno ancora chiesto… Ecco, proprio in quel periodo, mi è stata diagnostica l’endometriosi. Non sapevo minimamente cosa fosse. Abbiamo capito che potevamo utilizzare quel tema che era poco conosciuto. Era prima del Covid e se ne parlava ancora meno di oggi. E poi permetteva al nostro personaggio di fermarsi e di pensare di intraprendere un percorso, attraverso varie terapie ma soprattutto nel suo passato. Parla dunque dell’endometriosi, ma non è una serie medical. C’è dentro tanto, tanto altro.

Accanto ad Antonia ci sono diverse donne, coraggiose seppur nella loro fragilità.

Sono meravigliose nel loro essere imperfette. Barbara Chichiarelli, ad esempio, interpreta una donna abituata ad avere il controllo di tutto. Ma il figlio che arriva le stravolge la vita. Betty Pedrazzi ci regala un personaggio fantastico. È una donna che non ha mai rinunciato alla sua omosessualità. Anche per i personaggi maschili abbiamo fatto scelte che spero risultino autentiche e interessanti. Leonardo Lidi è un padre che si sente messo in disparte. E quindi va in crisi. Valerio Mastandrea è un uomo perfetto, quello che poi però noi donne non vogliamo mai (ride, ndr). È pratico, razionale, ma ha dei buchi neri anche lui.

Non è la prima volta che lavori col tuo compagno, Valerio Mastandrea. Stavolta siete una coppia anche sul set. Come è andata?

Ci siamo divertiti. Per me recitare con lui è facile. Lo dico sempre: bisogna proprio essere sorde per sbagliare. Lui è talmente immerso che ti fa entrare subito in quella realtà.

A questo punto non posso non chiedertelo: perché questo titolo?

La mia bisnonna si chiamava Antonia ed era una signora molto robusta. Le toccavo sempre il doppio mento. Poverina! (ride, ndr). Mia mamma aveva scelto quel nome per me. Poi, quando sono arrivata e ha scoperto che ero una bimba grossina, si è detta: «Aspetta, se poi viene un donnone come la nonna, non è carino se la chiamiamo Antonia!». E quindi sono stata una settimana senza nome. Di fatto è il nome, secondo me bellissimo, che non ho avuto.