Astolfo, Gianni Di Gregorio: «Credo sia il film più allegro e spensierato che ho fatto»

Oggi il film è stato presentato alla stampa

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«Credo sia il film più allegro e spensierato che ho fatto» afferma Gianni Di Gregorio, per la quinta volta regista, sceneggiatore e attore di un lungometraggio, dopo il pluripremiato Pranzo di Ferragosto (2008), Gianni e le donne (2011), Buoni a nulla (2014) e Lontano lontano (2019), David alla miglior sceneggiatura adattata e Ciak d’oro “Colpo di fulmine”).

In Astolfo, alla Festa del Cinema di Roma e nelle sale dal 20 ottobre per Lucky Red, il protagonista omonimo (lo stesso Di Gregorio) è un pensionato settantenne che, sfrattato dall’appartamento dove abita a Roma, deve riparare nella casa di famiglia, un ex palazzo nobiliare ormai ridotto a rudere in un piccolo paese del Centro Italia. Per Astolfo è l’inizio di una nuova routine fatta di vecchie e nuove conoscenze, contrasti con il sindaco e arte di arrangiarsi nel nuovo contesto di provincia. Ma tutto cambia quando incontra Stefania (Stefania Sandrelli), una donna coetanea di cui s’innamora. «Sicuramente», spiega Di Gregorio, «il lungo isolamento dovuto alla pandemia e un acciacco di salute hanno scatenato una reazione straordinaria e incontrollata, considerando il fatto che mi sono messo a parlare d’amore alla mia età. Ma in effetti l’amore non ha età, e lasciare aperto uno spiraglio all’amore, all’empatia e all’amicizia è importante per la qualità della nostra vita».

Nel cast del film (prodotto da Angelo Barbagallo per Bibi Film con Rai Cinema e la francese Le Pacte) troviamo anche Alfonso Santagata, Alberto Testone, Mauro Lamantia, Agnese Nano, Simone Colombari, Andrea Cosentino, Biagio Forestieri, Mariagrazia Pompei, Francesca Ventura e Gigio Morra. «Ho trovato degli attori formidabili con i quali è nato un profondo rapporto», sottolinea il regista-autore-interprete, naturalmente entusiasta dell’«incontro con la meravigliosa Stefania!», che vedremo in questi giorni anche in un’altra commedia, Acqua e anice (già in anteprima alle Giornate degli Autori di Venezia 79). «Ogni film», conclude Di Gregorio, «è faticoso, ma stavolta devo dire che ci siamo tutti molto divertiti».

In conferenza stampa il regista ha spiegato così la scelta delle location:

«Volevo spostarmi da Roma, da San Pietro, da Trastevere. Certo, mi sono allontanato solo di 40 km, a un’ora dalla Capitale, ma ad Artena ho trovato una libertà nel racconto, nella luce, nella natura dei posti. Questo paese è meraviglioso, non volevamo andare più via perché eravamo anche alloggiati, chi voleva rimaneva lì della troupe. Ho sentito un grandissimo calore perché ho visto che nei paesi qualcosa di umano e caldo c’è sempre».