Barbie, la storia della bambola del secolo

Nata il 9 marzo 1959, Barbie, sempre testimone del suo tempo, è diventata icona di stile, fenomeno pop, cliché da combattere. Oggi nel suo mondo inclusivo convivono molteplici razze e culture. E diverse disabilità

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La sua storia è la nostra storia. Creata per sua figlia da Ruth Handler, truccata come Erwin Blumenfeld sulla copertina di Vogue del 1°gennaio 1950, Barbie, al secolo Barbara Millicent Roberts, debuttò con la sua coda di cavallo il 9 marzo 1959 alla fiera del giocattolo di New York indossando un costume a strisce bianco e nero. Costava 3 dollari quando lo stipendio medio annuale americano era di 5mila dollari, ma nel 2006 Barbie originale #1 ha raggiunto quota 27mila 450 dollari.

Ha compiuto da poco 64 anni, ma non li dimostra perché la bambola più famosa del mondo, la prima con fattezze adulte, divenuta icona di stile, concetto, fenomeno di costume, modello da imitare, cliché da contestare, bersaglio delle femministe, simbolo di sottomissione agli uomini, non ha smesso di camminare al passo con i tempi. Lontana da quell’immagine di impossibile perfezione degli esordi, quando Ruth, moglie del cofondatore di Mattel, Harold Matson, la plasmò con vita sottile e gambe lunghissime, a immagine e somiglianza di Sandra Dee in Scandalo al sole, Barbie, oggi testimonial di inclusività, vanta 9 fisicità differenti (tra cui curvy, tall e petite), 35 tonalità di pelle, 22 colori di occhi, oltre 94 di capelli e diverse disabilità. «Barbie ha sempre rappresentato la donna che può scegliere. Persino nei suoi primi anni non ha dovuto accontentarsi di essere semplicemente la ragazza di Ken, futura moglie e madre, ma disponeva di abiti per intraprendere qualunque carriera. Con Barbie ogni bambina ha sempre saputo di avere infinite possibilità», aveva dichiarato la Handler negli anni Settanta.

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Ken fa la sua apparizione nel marzo del 1961, ma è e sarà sempre un accessorio, meno eccitante di borse e scarpe. E già nel 1965, un anno dopo il suo arrivo sul mercato italiano, approda nei negozi di giocattoli Barbie astronauta (ispirata alla russa Valentina Tereshkova), che indossa casco e tuta ben quattro anni prima dell’allunaggio. Perché doveva essere chiaro alle bambine il sogno di carriere solitamente associate al genere maschile. Negli anni Sessanta Barbie veste come Jackie Kennedy, Grace Kelly, Audrey Hepburn, Andy Warhol la trasforma in una musa pop, la versione Twist ‘N Turn le regala un trucco più leggero, ciglia “vere” e una diversa espressione facciale. La ragazza della porta accanto è lo specchio del “miracolo economico” del decennio precedente.

Barbie Ispanica

Negli anni Settanta Barbie diventa invece una grande frequentatrice di spiagge e località montane, una sportiva olimpica, una figlia dei fiori, ma si mette anche alla guida della decappottabile rosa Star ‘Vette, e celebra le Pink Ladies di Grease, cambiando nuovamente volto, ispirato questa volta a quello di Farrah Fawcett. È il 1980 quando Mattel, in anticipo sulla moda che non proponeva ancora modelle multirazziali, introduce le prime due etnie, Black Barbie e Ispanica Barbie, mentre, con qualche anno di ritardo, nel guardaroba della bambola entrano i jeans. Sono anche i tempi dei completini da ginnastica aerobica lanciati da Jane Fonda, quelli delle rock band glitter e delle nuove collezioni di Barbie che rappresentano diverse culture e tanti paesi del mondo. Alla fine del decennio, un anno prima della Guerra del Golfo, Barbie si arruola nelle forze armate, ma diventa anche ambasciatrice Unicef.

Barbie pilota Nascar

Negli anni Novanta diventa oggetto del desiderio di grandi stilisti e la celebre Total Hair Barbie dall’appariscente capigliatura sarà la più venduta della storia. Nel 1992 Barbie si candida per alla presidenza degli Stati Uniti, successivamente si cimenta come pilota Nascar, dieci anni prima della storica vittoria di Danica Patrick.

A inizio millennio è protagonista a Vienna di una celebre raccolta fondi per la lotta contro l’Aids sfoggiando l’abito di Valentino indossato da Julia Roberts agli Oscar 2001, dieci anni dopo diventa architetto di case ecosostenibili. Alla nuova Barbie, protagonista di un mondo sempre più vasto e complesso, non resta che attendere le nuove sfide del futuro.