Cannes 2023, Martin Scorsese: «Killers of the Flower Moon è una combinazione di amore e rispetto»

Il regista torna al Festival di Cannes per presentare

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Robert De Niro, Martin Scorsese, Lily Glastone, Leonardo DiCaprio

Dopo una calorosa accoglienza in sala al 76° Festival di Cannes, Martin Scorsese e il cast del suo atteso Killers of Flower Moon, con Leonardo DiCaprio, Robert De Niro e Lily Glastone, sono stati avvolti da un lungo, fragoroso applauso al termine di una proiezione che è riuscita a comunicare davvero ciò che era nelle intenzioni del regista e della sua troupe per quest’opera. Quello che è chiaro ascoltando le loro parole in conferenza stampa è che questo film, tanto per Scorsese e i suoi quanto per il pubblico, rappresenta il racconto di un’esperienza vissuta dal di dentro che abbraccia sentimenti e valori umani di rispetto e ricerca di reciproca comprensione tra due popoli.

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Killers of Flower Moon ripercorre la storia vera legata agli omicidi di diversi membri della tribù Osage, nell’Oklahoma degli anni ’20. Un racconto attraverso il quale Scorsese intendeva rendere giustizia al popolo dei nativi americani e ad una parte della storia statunitense. Ma soprattutto questo film “è la combinazione di anni di lavoro e dello straordinario calore che è venuto dall’amore espresso da me, Leo, Lily, Robert e dagli Osage. Viene dal cuore e so che è così toccante grazie ad ognuno di loro”, ha detto Martin Scorsese in conferenza stampa a Cannes.

Martin è un maestro nel descrivere l’umanità anche dei personaggi più sinistri che si possano immaginare – dice Leonardo DiCaprio Lui sa tirare fuori la condizione umana nelle sue opere. È stato un azzardo prendere una storia incredibilmente importante come questa, che ha a che fare con il nostro passato. In questi due anni però abbiamo imparato molto sul nostro passato e su ciò che eravamo e abbiamo capito che anche questa è una parte della nostra cultura e della nostra storia”.

Killers of Flower Moon non è solo ispirato all’omonimo saggio di David Grann, ma è anche il frutto di una conoscenza appassionata approfondita dal regista con i membri stessi della tribù degli Oasage, delle loro tradizioni e delle loro storie. “Dovevamo essere molto rispettosi della popolazione indigena. Il loro modo di parlare, pregare e di accogliere mi ha toccato e si è radicato in me. Nelle occasioni in cui ho avuto la fortuna di incontrarli, ho capito quali erano i loro valori di amore e rispetto della Terra. Non parlo da un punto di vista politico, ma della loro comprensione di come vivere su questo pianeta. Ho capito che i loro valori erano importanti per me e ogni volta che parlavamo mi hanno orientato”, spiega Scorsese con passione.

Volevo conoscere tutto della tribù degli Osage e ne sono rimasto sopraffatto e più scoprivo su di loro e più cose avrei voluto inserire nel film, ogni dettaglio, persino le loro pipe e i disegni delle loro coperte”, Martin Scorsese.

Con lo stesso trasporto del regista anche DiCaprio ha sottolineato: “Martin è riuscito a raccontare questa storia quasi da una prospettiva antropologica, cercando di ascoltare le loro vere storie e noi abbiamo cercato di rendere al meglio delle nostre possibilità la verità”.

“Al di là di come le persone accoglieranno questo film. So che tutti noi abbiamo cercato di rendere il maggior rispetto possibile alle storie vere contenute in questo racconto”, Leonardo DiCaprio.