Channing Tatum, l’odio per G.I. Joe e il remake di Ghost

L'attore ha i diritti del cult con Patrick Swayze

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Channing Tatum Vanity Fair

Sottoposto alla macchina della verità da Vanity Fair in occasione della prossima uscita di Magic Mike’s Last Dance (uno dei primi sequel di quest’anno ricco di ritorni), Channing Tatum ha regalato qualche chicca e una possibile anticipazione sul progetto di realizzare un remake di Ghost. Un cult del quale l’attore possiede i diritti e con il quale ha sicuramente un rapporto migliore che con il G.I. Joe verso il quale ha ribadito un odio particolare.

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Come si vede nel video in fondo alla pagina, durante la chiacchierata l’attore confessa persino di aver ucciso qualcuno, seppur “non intenzionalmente”, ma sembra particolarmente sincero quando ammette di aver chiesto che il suo personaggio venisse eliminato nei primi dieci minuti del sequel di G.I. Joe – La nascita dei Cobra. Un film nel quale ha “odiato” recitare dopo aver tentato per sette volte di rinunciare all’ingaggio

“Avevano un’opzione su di me e ho dovuto fare il film”, ha detto Tatum, ovviamente scontento anche di tornare a vestire quei panni, ma vincolato dal contratto per tre film firmato dopo Coach Carter. “Odio quel film” aveva già raccontato a Howard Stern. – E io amo G.I. Joe. Ero un fan sin da quando ero bambino”. Tutto sarebbe stato diverso se gli avessero lasciato interpretare Snake Eyes, come aveva chiesto.

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Anche per questo, il buon Channing ormai fa in modo di partecipare solo a progetti dei quali sia convinto, come il ritorno al Magic Mike dell’amico Steven Soderbergh (qui il trailer con Salma Hayek) o – soprattutto – il possibile remake di Ghost, che lo vedrebbe nella doppia veste di produttore e interprete.

“Abbiamo i diritti di Ghost. Ma faremo qualcosa di diverso – ha continuato il diretto interessato, prima di venire distrattoPenso che debba cambiare un po’ e avere…” . Scopriremo nel prossimo futuro se l’intenzione sia quella di rivedere alcuni sviluppi o tematiche potenzialmente “problematiche“, di certo non quelle legate al coinvolgimento passionale tra i due protagonisti e alla scena del vaso di ceramica, al quale Tatum si è riferito dicendo: “Ora so perché l’hanno messo in Ghost. L’intero processo è molto, molto sessuale.

Channing Tatum e la macchina della verità

Qui l’intervista completa a Channing Tatum su Vanity Fair