Chiamami col tuo nome, Guadagnino sulle critiche di James Ivory alla mancanza di nudi frontali

Luca Guadagnino ha spiegato la sua visione riguardo la sessualità degli attori e la presenza o meno di scene di nudo nel suo film "Chiamami col tuo nome"

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Rai 3 trasmette questa sera in prima visione Chiamami col tuo nome, acclamato film del 2017 diretto dal regista italiano Luca Guadagnino con protagonisti Armie Hammer e Timothée Chalamet.

In una recente intervista a The Independent, Guadagnino è tornato a parlare del film, soffermandosi su alcune questioni un po’ controverse mosse da James Ivory, autore della sceneggiatura, riguardo le mancate scene di nudo integrali degli attori.

Il regista italiano ha difeso la sua scelta, spiegando:

“Chi conosce il mio lavoro non dirà mai, con fare serio, che sono timido riguardo alla nudità maschile, femminile o di altro genere. Quindi, la critica o l’appunto che James ha fatto era priva di pragmatismo o di una connessione con il film stesso. La mia domanda per lui è: questo film ha bisogno di mostrare una nudità maschile frontale completa? Non credo proprio. Non ne ha bisogno.”

“Forse la sceneggiatura che ha scritto – che era una bozza che poi ho rielaborato con il mio editore – è stata costretta a raccontare questa storia attraverso una nudità molto espositiva. Ma questa sarebbe stata la sua idea del film che, purtroppo, non abbiamo visto… quindi non lo so. Credo che James avesse una visione un po’ stonata.”

Per capirci, nel 2017 James Ivory aveva raccontato che nella sua versione originale della sceneggiatura c’erano molte scene di nudo, poi eliminate in base alle clausole previste dai contratti dei due protagonisti Armie Hammer e Timothee Chalamet che avevano escluso la presenza di quel tipo di momenti. Lo sceneggiatore aveva spiegato: “Quando le persone si spostano prima o dopo aver fatto l’amore e sono coperti con le lenzuola mi è sempre sembrato falso. Non mi sono mai piaciute quelle scene“.

Sempre nell’intervista al The Independant, alla domanda del giornalista sul perché non avesse scelto due attori effettivamente omosessuali, il regista palermitano ha detto:

“Ho letto troppo Freud per prendere sul serio questo tipo di critiche.  Onestamente non credo di avere il diritto di decidere se un attore è etero o no. Chi sono io per sapere cosa una persona pensa di se stesso internamente.
Sì, Armie è un uomo etero con moglie e figli e lo stesso si può dire di Timothée. Ma devo chiedere loro di giurare sulla loro sessualità, sulla loro identità, sui loro desideri, prima di ingaggiarli? No, non lo faccio”.

Guadagnino ha poi concluso la risposta con un paragone:

“Se penso ad un grande serial killer mi viene in mente Anthony Hopkins in “Il Silenzio degli Innocenti”. Questo vuol dire che Hopkins deve essere lui stesso un serial killer per interpretare quel ruolo?”