Cosa rimarrà del cinema del 2018, l’anno delle feroci polemiche ai festival sul ruolo della sala, delle piattaforme streaming che cambiano gli equilibri del mercato, dell’avanzata di Netflix tra i grandi autori e della serialità ad alto budget anche italiana? Abbiamo tirato le somme sui film che non dimenticheremo, gli attori e le attrici che ci hanno sorpreso, i personaggi cult e le nostre delusioni nell’anno appena passato. Con uno sguardo già rivolto al futuro, pensando ai prossimi Oscar.
Partiamo dai 15 film chiave dell’anno: storie di famiglia e di vendetta, amori che scavalcano i cliché, incursioni dirette nella cronaca: i titoli che hanno segnato l’anno non sempre hanno bisogno di grandi star. E i sentimenti vincono sui blockbuster.
UN AFFARE DI FAMIGLIA
Una casa modesta ma piena d’amore e solidarietà, tanto da avere spazio anche per una bimba sconosciuta bisognosa d’affetto: il cinema delicato del maestro giapponese Hirokazu Kore-eda raggiunge il suo vertice. E vince la Palma d’Oro a Cannes 2018.
DOGMAN
Nelle mani di Matteo Garrone, la storia di cronaca del “Canaro della Magliana” diventa un noir psicologico e feroce sulla vendetta di un uomo mite. E ora corre come candidato italiano agli Oscar.
ROMA
La storia di una famiglia borghese e delle sue domestiche e l’affresco di un’epoca, i turbolenti anni ‘70 a Città del Messico: il film autobiografico di Alfonso Cuarón, Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia, è un indimenticabile capolavoro in bianco e nero. In sala dal 3 al 5 dicembre distribuito dalla Cineteca di Bologna e su Netflix dal 14 dicembre.
CAPRI-REVOLUTION
Mario Martone torna per raccontare, con la storia di una pastorella ribelle alle convenzioni nella Capri di inizio Novecento, la sua idea di libertà nell’arte e la sua riflessione sulle contraddizioni del progresso. Temi antichi ma che parlano dell’oggi, incarnati dalla bravissima Marianna Fontana.
SULLA MIA PELLE
Il film caso dell’anno, non solo perché ha portato sullo schermo la tragica morte di Stefano Cucchi in regime di detenzione, ma anche perché ha provocato un dibattito civile senza precedenti e inaugurato un nuovo concetto di distribuzione, uscendo lo stesso giorno sia su Netflix che in sala. Un esordio folgorante per il regista Alessio Cremonini.
EUFORIA
Le opere seconde sono sempre la prova più pericolosa per un regista. Ma Valeria Golino, a cinque anni dall’esordio con Miele, ha confermato la capacità di affrontare senza retorica, senza rinunciare al senso dell’umorismo, argomenti cruciali come il rapporto con la morte e il rispecchiamento nelle persone che amiamo. Con Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea, indimenticabili fratelli antitetici.
A STAR IS BORN
Il film di cui tutti hanno parlato perché segna un doppio esordio: quello di Bradley Cooper alla regia e, soprattutto, di Lady Gaga nel suo primo ruolo da protagonista. Remake dell’omonimo fi lm con Barbra Streisand e Kris Kristofferson, non ha rivali: è il mélo dell’anno.
TONYA
Ascesa e caduta dell’ex campionessa di pattinaggio Tonya Harding, l’eccezionale Margot Robbie, nel biopic-mockumentary atipico e pieno d’ironia di Craig Gillespie. Una delle storie più forti dell’anno, anche grazie a Allison Janney, Oscar come miglior attrice non protagonista nei panni della madre.
CHIAMAMI COL TUO NOME
Il fenomeno inaspettato del 2018, Oscar per la miglior sceneggiatura non originale, che ha consacrato Luca Guadagnino tra i registi cult a livello internazionale. È l’unico esempio di film italiano il cui successo è iniziato dagli Stati Uniti, dov’è uscito prima che in Italia, guadagnando poi più di 41 milioni di dollari nel mondo. L’amore giovane tra Elio (Timothée Chalamet) e Oliver (Armie Hammer) resta tra i più iconici del 2018.
TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI
Miglior film drammatico ai Golden Globes, miglior fi lm ai BAFTA, miglior sceneggiatura alla Mostra del Cinema di Venezia, senza contare i riconoscimenti a Frances McDormand: quello di Martin McDonagh è uno dei titoli più premiati dell’anno. Una storia di tenacia, lotta per la giustizia e contro l’indifferenza, illuminata anche dai due eccezionali poliziotti Woody Harrelson e Sam Rockwell (Oscar come miglior attore non protagonista).
BLACKKKLANSMAN
Spike Lee è da trent’anni lavoce più autorevole e pop del cinema sulla vita e le battaglie civili degli afroamericani negli Usa. Anche BlacKkKlansman è un fi lm politico, ma col gusto del genere e della citazione, pur partendo dalla vera storia di un infiltrato di colore fra i razzisti del Ku Klux Klan.
LA FORMA DELL’ACQUA
La storia d’amore dell’anno è quella dark e romantica fra l’inserviente sordomuta Sally Hawkins e l’Uomo Anfibio, nel fantasy distopico di Guillermo del Toro ambientato durante la Guerra Fredda. L’hanno consacrata quattro Oscar, tra cui miglior film e miglior regista, e il Leone d’oro alla Mostra di Venezia.
FAHRENHEIT 11/9
A 14 anni da Fahrenheit 9/11, ritratto dell’Americapost-attentato alle Torri Gemelle guidata da George Bush, Michael Moore torna a raccontare il suo Paese nell’era di Donald Trump. Una fotografi a spietata e ironica sulle contraddizioni della politica e le falle della democrazia: senza dubbio, il documentario dell’anno.
WIDOWS – EREDITÀ CRIMINALE
Un heist movie d’autore. Steve McQueen accende i rifl ettori sulle carismatiche Viola Davis, Michelle Rodriguez, Elizabeth Debicki e Cynthia Erivo, quattro rapinatrici in lotta contro il tempo per assicurarsi un futuro. Quinta protagonista Chicago, specchio delle contraddizioni d’America tra violenze, razzismo e corruzione.
LAZZARO FELICE
Un film pieno di grazia e poesia, amato persino da Martin Scorsese, che conferma il talento d’autrice di Alice Rohrwacher. La sua favola fuori dal tempo, premiata a Cannes per la miglior sceneggiatura, diventa parabola attualissima sulle disparità e la solitudine del mondo contemporaneo.