Clint Eastwood, il regista rivela il suo “western più scalcinato”

Dopo The Mule e Cry Macho, il 91enne filmmaker ripensa al proprio passato

0
Cry Macho Clint Eastwood
Cry Macho Clint Eastwood

Con buona pace per i fan dell’Ispettore Callaghan – o Dirty Harry che dir si voglia – il nome di Clint Eastwood resterà in eterno legato al genere western. Quello che prima del suo inserimento nel gotha dei più grandi registi del secolo aveva indubbiamente caratterizzato la carriera del filmmaker di San Francisco, ma del quale è lui stesso ad annoverare il suo film “più scalcinato”.

LEGGI ANCHE: Clint Eastwood regista in 10 foto

 

Il peggiore, il più brutto, disgustoso, chi più ne ha più ne metta, che la definizione di “lousiest” lascia ampio spazio alle interpretazioni. Non si parla di Esecuzione al tramonto del 1956 – nel quale non venne nemmeno accreditato – né il suo ultimo Cry Macho, ovviamente, tanto meno i film della trilogia del dollaro di Sergio Leone (Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo) o di altre pietre miliari del genere. Il film in questione è L’urlo di guerra degli apaches (Ambush at Cimarron Pass) diretto da Jodie Copelan nel 1958.

LEGGI ANCHE: I 90 anni di Clint Eastwood

Uno dei primi progetti nei quali Eastwood ha lavorato, risultando come attore (a differenza di una mezza dozzina dei film interpretati tra il 1955 e il 1957) e in quello che si può considerare un momento importante – formativo, quasi – per la sua carriera, allora agli inizi. Che avrebbe potuto essere molto diversa e proprio per colpa della delusione provata rivedendosi sulla scena.

Clint Eastwood in L'urlo di guerra degli apaches

Queste le parole di Clint Eastwood:

Era così brutto che continuavo a scivolare sempre più in basso sulla poltroncina. Dissi a mia moglie “Smetterò, davvero”

Cosa che per fortuna non fece, per quanto quel film lo depresse profondamente e lo spinse a desiderare di tornare a scuola o di prepararsi meglio alla recitazione. A quella sua prima esperienza da protagonista, al fianco Scott Brady, seguì l’esperienza nel telefilm Gli uomini della prateria (Rawhide) andato in onda dal 1959 al 1966, e i tanti altri film che oggi ancora ricordiamo.

LEGGI ANCHE: Le streghe, quando Vittorio De Sica diresse Clint Eastwood

Di quello non restano molte tracce, mancando anche una edizione in VHS, salvo le informazioni che parlano di una storia di soldati confederati nella quale il nostro interpretava Keith Williams, uno dei mandriani con cui ha a che fare il sergente Matt Blake (Brady) tra scontri a fuoco e complicati trasferimenti.