È morta Glenda Jackson

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Glenda jackson

Glenda Jackson, una delle più grandi interpreti del cinema e del teatro britannico, è morta a 87 anni, nella sua casa a Londra, dopo una breve malattia.

Nata nel 1936 a Birkenhead, nella regione del Cheshire, da una famiglia proletaria, incominciò la sua avventura artistica studiando danza, salvo capire ben presto che la recitazione era la sua reale vocazione. Poco più che ventenne debuttò in teatro, era il 1957 e per i successivi sei anni si alternò sul palco come attrice e fuori come responsabile di scena nei teatri d’Inghilterra. Una formazione che la portò poi alla Royal Shakespeare Company nella stagione di Peter Brook, una delle molte preziose esperienze della sua carriera.

Come il suo fugace ma importantissimo debutto cinematografico, quello in This Sporting Life di Lindsay Anderson, uno dei film manifesto del Free Cinema. Il cinema la scoprì e divenne presto una star di livello internazionale, grazie soprattutto all’incontro con Ken Russell, che la scelse come protagonista di Donne in amore (1969), al fianco di Oliver Reed e Alan Bates. Un’interpretazione straordinaria che la portò a vincere il primo dei due Oscar della sua carriera.

La collaborazione con Russell proseguì con L’altra faccia dell’amore e un cameo in The Boy Friend, ma nel frattempo Jackson era stata anche protagonista di un altro film fondamentale del cinema britannico degli anni Settanta, Domenica maledetta domenica di John Schlesinger.

Negli anni Settanta Glenda Jackson fu una delle attrici più richieste nel Regno Unito e anche da Hollywood, passando da raffinati drammi storici in costume come Maria Stuarda Regina di Scozia a opere di rottura come la trasposizione cinematografica de Le serve di Jean Genet (in coppia con una altrettanto formidabile Susannah York) o il bellissimo Una romantica inglese, melodramma firmato da Tom Stoppard e diretto da Joseph Losey (e dividendo la scena con Helmut Berger).

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Nel mentre aveva vinto il secondo Oscar, per la commedia romantica di Un tocco di classe, in cui dimostrò di avere anche un grande talento leggero.

Jackson non aveva mai dimenticato le sue origini, l’impegno politico nella sua vita diventò sempre più importante nel corso degli anni, e pur continuando a lavorare per tutti gli anni Ottanta, l’attivismo diventò il suo interesse primario, culminando nel 1992 con l’elezione come deputato alla Camera dei Comuni come rappresentante del distretto londinese di Hampstead e Highgate, una carica che avrebbe coperto ininterrotamente fino al 2015, ragione per cui abbandonò completamente la sua carriera artistica, dedicandosi con passione agli interessi dei suoi elettori.

Fu una strenua oppositrice dell’intervento in Iraq, posizione che la mise ai margini del partito laburista all’epoca al governo con Tony Blair, leader nei confronti del quale fu sempre avversa. Restano memorabili anche le sue parole alla morte di Margaret Thatcher, la cui ideologia definì fatta di “avidità, egoismo, nessuna cura per i più deboli, gomiti taglienti e ginocchia affilate“.

Dopo avere lasciato il seggio nel 2015, Glenda Jackson decise di tornare a recitare, prima in teatro, in particolare interpretando Re Lear in una versione da Sam Gold a Broadway celebrata dalla critica come una delle migliori performance shakesperiane mai viste. E poi in televisione, nel 2019, per il dramma prodotto da BBC Elizabeth is Missing, in cui interpreta un’anziana donna affetta da demenza senile, un ruolo che le è valso il BAFTA e l’Emmy come migliore attrice.