M – Il figlio del secolo: intervista a Benedetta Cimatti, Francesco Russo e Barbara Chichiarelli

Tre personaggi diversi ma accomunati dall'adulazione nei confronti del Duce. Gli interpreti di Rachele Mussolini, Cesare Rossi e Margherita Sarfatti ci raccontano l'esperienza sul set di "M - Il figlio del secolo"

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M - Il figlio del secolo

Rachele Mussolini, Cesare Rossi e Margherita Sarfatti sono tre personaggi chiave all’interno della narrazione di M – Il Figlio del Secolo. Sono l’ombra e allo stesso tempo la luce di Benito Mussolini, tutti e tre vittime del suo fascino, anche se sotto diverse declinazioni: familiare per Rachele, lavorativa per Cesare e intellettuale per Margherita. Ne abbiamo parlato con i loro interpreti, Benedetta Cimatti, Francesco Russo e Barbara Chichiarelli.

«Tra me e Luca si è instaurato fin da subito un rapporto vittima-carnefice. Non volevo che avesse paura nel farmi male, lo spronavo a ricreare esattamente quel tipo di dolore che proveniva da un uomo tremendamente violento» racconta Benedetta Cimatti. «Abbiamo trovato una chiave anche grazie al dialetto, che ci ha unito molto. La parlata è qualcosa che andava oltre la narrazione con gli altri personaggi, riguardava la sua famiglia, la sua intimità, la Romagna, le sue origini. Che poi lui in qualche modo disprezza, se ne vuole distaccare, ma comunque gli arrivano addosso in maniera prepotente». 

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L’adulazione di Cesare Rossi per Mussolini, invece, converge in una più generale adulazione nei confronti del potere. «Cesarino diventa metafora del fascino che ha subito gran parte della popolazione italiana» spiega Francesco Russo. «Ci sono tante scene nelle quali Mussolini parla in camera, io sono presente ma sono talmente convinto di quello che mi sta dicendo che non lo ascolto nemmeno. È un rapporto di amicizia tossica, perché non riesce a vedere come in realtà davanti a sé abbia un mostro».

Tra tutti, è proprio Margherita Sarfatti a tenere testa al Duce attraverso un perpetuo braccio di ferro. «Tra i due c’è una sfida continua. Lei sa esattamente dove colpirlo e lui dove colpire lei. Questa sfida è il motore dell’adulazione che Margherita prova nei suoi confronti. Probabilmente è abituata a dire l’ultima parola ma con lui non riesce o ci riesce solo in parte. Questa cosa la tiene profondamente avvinghiata a lui». 

M – Il figlio del secolo, ritmo, dinamicità e musica sul set

La rottura della quarta parete e il dialogo continuo tra Mussolini e lo spettatore, uniti al montaggio serrato, gli scambi teatrali, i lunghi piani sequenza e la colonna sonora (firmata dai Chemical Brothers) elevano M – Il figlio del secolo ad un’esperienza sensoriale a più livelli, scandita da un ritmo e una dinamicità difficilmente replicabili in altre serie. Noi l’abbiamo avvertita guardandola, gli attori, vivendola, sul set.

«Normalmente in una sceneggiatura il ritmo è scandito da battute e didascalie. In questo caso, in molte scene, la sceneggiatura aveva delle pagine a T: battuta, battuta, battuta. Già graficamente si era capito che il ritmo era diverso» racconta Francesco Russo. «E poi Joe dava il suo ritmo mettendo ogni giorno della musica sul set. Sceglieva le sue playlist personali e ci aiutava ad affrontare così le lunghe giornate di lavoro». «E poi ci sono dei piani sequenza che danno un dinamismo assurdo» aggiunge Barbara Chichiarelli. «Ricordo il mio primo giorno di set: una scena con un piano sequenza da due minuti e mezzo». 

Guarda qui l’intervista a Benedetta Cimatti, Francesco Russo e Barbara Chichiarelli