Maurizio Lombardi: «Vi racconto i segreti dei set di Garrone e Sorrentino»

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Maurizio Lombardi
Maurizio Lombardi

La famosa invasione degli orsi in Sicilia, 1994, Pinocchio e The New Pope. È il grande slam di Maurizio Lombardi. L’attore fiorentino (classe 1973) che spazia dal piccolo al grande schermo con una certezza: «Questo lavoro è come il surf. Quando arriva un’onda buona, devi farti trovare pronto». E infatti dopo aver girato Tigers (opera prima di Ronnie Sandhal, già sceneggiatore di Borg McEnroe), Lombardi è entrato nel cast della nuova stagione della serie tv Riviera con Julia Stiles.

«Tigers racconta una storia vera incentrata sul calcio. Nel film interpreto il direttore sportivo di una squadra italiana» spiega Lombardi che, dopo essersi divertito a prestare la voce a De Ambrosis ne La famosa invasione degli orsi in Sicilia, ha trovato anche il tempo di lanciare un progetto importante a Firenze, sua città natale. «Si tratta di una acting class, una vera palestra per attori. Ho sentito il bisogno di cominciare a fare parlare una lingua cinematografica a Firenze. Ci sono tanti ragazzi a cui tramandare una tradizione che è importante continuare. Per come la vedo io, la recitazione non si insegna ma si estrae come l’oro da una miniera. Io cerco di spingere i giovani attori verso la conoscenza di se stessi per trovare il loro oro».

 

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Quel che conta quindi è mettersi in gioco. E Maurizio non si tira indietro tanto che nello stesso anno ha lavorato con due dei registi più importanti del panorama italiano, Matteo Garrone e Paolo Sorrentino. «Sono due grandissimi autori. Avevo già lavorato con un genio come Paolo in The Young Pope. Stare sul set con lui è un’esperienza unica. Poi ho imparato tantissimo anche da Matteo, quando mi ha scelto per Pinocchio. Garrone e Sorrentino sono due veri uomini di cinema, anzi, loro sono il cinema!»

Nel nuovo adattamento della fiaba di Collodi, Lombardi ha interpretato il Tonno. «Il set di Pinocchio è stato fiabesco e durissimo al tempo stesso. È stato fatto un lavoro imponente sia a livello produttivo che di scrittura. Pinocchio ha rappresentato uno scoglio per molti registi importanti, dopo molto tempo Matteo è riuscito a portarlo in scena. Per me è stata un’esperienza bellissima ma faticosa, fare il tonno non è affatto semplice: ho girato immerso nell’acqua nelle vasche all’interno degli studi, alle terme e persino al mare. Ho recitato le mie battute fra le onde vere, con addosso una maschera di lattice tanto ingombrante quanto meravigliosa».

Si tratta di una delle creazioni del premio Oscar Mark Coulier. «Ricordo ancora quando sono andato a Londra per fare il calco della mia faccia. Ero in una specie di fattoria persa nella campagna inglese dove c’era l’intero team al lavoro: tutti scolpivano maschere. Sembrava di entrare nel Alice nel Paese delle meraviglie riadattato al tema di Pinocchio» aggiunge l’attore che poi confessa: «Con Garrone sembrava di stare dentro a una fiaba. Con Sorrentino si percepiscono le atmosfere di un set hollywoodiano».

Maurizio Lombardi
Maurizio Lombardi e Cécile De France in The New Pope. Photo by Gianni Fiorito.

Lombardi è infatti uno dei grandi protagonisti di The New Pope. «Il Cardinale Mario Assente è tornato con mia grande sorpresa. In The Young Pope avevo solo una scena “di servizio” con Jude Law. Invece in questa nuova stagione Assente fa parte dell’entourage di Voiello e della delegazione del Vaticano che va a cercare il “papa dandy”, John Malkovich» spiega Lombardi.«Vedere ricostruiti a Cinecittà i locali e gli ambienti del Vaticano è una cosa unica. Così come essere testimone della maestria e della padronanza di Sorrentino quando gestisce il set».

E per quanto riguarda i “due Papi” in scena, Maurizio non ha dubbi: «Law e Malkovich sono due fuoriclasse. Ho avuto quest’impressione di Jude sin da quando lo vidi fare un lunghissimo monologo da otto minuti nella prima stagione. Lo rifece per 12 volte. Non perché lo sbagliasse ma per esigenza di Paolo che spesso gira diversi ciak con vari tipi di macchine da presa. È stato straodinario vederlo recitare ogni volta con quella forza. Così come è eccezionale John che io paragono a un felino: lui se ne sta lì tranquillo, in disparte, fino a quando non viene chiamato sul set, gli danno il ciak e allora si trasforma, diventa magnetico. Sta di fronte alla macchina in modo seducente, la porta dove vuole lui. È incredibile!».