L’AVVENTURA DI VIOLA DAVIS, DALL’INFANZIA IN UNA BARACCA AL PREMIO OSCAR

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DI PIERA DETASSIS

Com’è brava, sottile e crudamente addolorata nel ruolo di Rose, la moglie del netturbino Denzel Washington, intriso del ricordo di un passato da giocatore di baseball della Negro League in Barriere. A Pittsburgh negli anni Cinquanta, davanti alla casa, con l’abito di cotone e lo straccio o il ricamo in mano, lei lo ascolta ogni sera, paziente, ridanciana, complice, infine sconfitta. Viola Davis aveva già vinto un Tony per la pièce del testo di August Wilson e il ruolo certo non è estraneo a lei, nata negli anni Sessanta in una baracca di legno in un’ex piantagione del South Carolina, in miseria, sette fratelli, padre molesto, madre picchiata, entrambi analfabeti. «Quando dico che non avevamo niente, intendo proprio zero».

L’hanno salvata la recitazione e Meryl Streep che, nel 2008, all’epoca de Il dubbio – prima nomination all’Oscar – gridò dal palco: «Qualcuno pensi a un film tutto per lei: è sensazionale». Adesso è famosa e premiata, finita addirittura in un cinecomics come Suicide Squad e una serie, Le regole del delitto perfetto, dove interpreta l’avvocato Annalise Keating. Quando l’hanno scelta ha detto: «Voglio mostrarmi nell’intimo, togliermi parrucca, trucco. Svelarmi. Ho interpretato molte drogate di crack, molte migliori amiche, vicine di case, professioniste, ma nessuna aveva vita privata. Nessun ruolo prevedeva un risvolto sessuale, c’è un’enorme limitazione nel modo in cui Hollywood vede noi afroamericani. O siamo estremi o non interessiamo». Per questo con il marito, l’attore Julius Tennon, ha creato la JuVee Productions (www.juveeproductions.com), «per contribuire a cambiare il punto di vista degli spettatori sulla nostra storia». Oggi tutti le chiedono perché è diventata attrice e lei risponde così: «Gay, transgender, donne, neri: sono tutti sottovalutati, disprezzati. Ma se hai conosciuto la povertà sai che è peggio: non esisti e in più ti nascondi per la vergogna. Ecco, io volevo urlare la rabbia. Volevo esistere».

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