George Miller su Three Thousand Years of Longing: «Sarebbe doloroso se uscisse in streaming»

Il regista premio Oscar discute sull'importanza dell'uscita in sala per il suo prossimo film con Tilda Swinton e Idris Elba

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Presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2022, Three Thousand Years of Longin(leggi qua la nostra recensione) è l’ultima fatica di George Miller, di ritorno sul grande schermo a sette anni di distanza da Mad Max: Fury Road. Durante i giorni di promozione in Croisette, il regista australiano si è soffermato sulle modalità di distribuzione del film, mostrandosi convinto che la casa di produzione MGM rispetterà l’accordo di uscita in sala originariamente previsto, nonostante il mega deal da 8,5 miliardi recentemente stretto con Amazon.

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Miller crede fermamente nei cinema e nelle sale che lo ospitano: «Sarebbe molto doloroso sapere che il tuo film sarà visto per la prima volta in streaming – ha raccontato il cineasta a Variety – «C’è un impegno che non possono cambiare. MGM lo distribuirà alla fine di agosto in 2.000 cinema. Non c’è stato alcun accordo tra MGM e i servizi di streaming. Al momento, si tratterà di un’uscita in sala. Vederlo al Palais di Cannes con quel suono, quel gruppo di persone e conoscere ogni piccolo dettaglio che ci abbiamo messo dentro… è così che lo deve poter vedere il pubblico».

Nonostante due anni di Covid abbiano messo in grande difficoltà le sale di tutto il mondo, Miller non si è detto preoccupato per il futuro del cinema: «Penso che le congregazioni di persone che si raccontano storie si siano evolute sin dai primi anni dell’uomo. Il cinema deve solo adattarsi».

Three Thousand Years of Longing è tratto dal racconto di A.S. Byatt The Djinn in the Nightingale’s Eye. Al centro della storia troviamo Alithea (interpretata da Tilda Swinton), una studiosa che incontra un djinn (Idris Elba) che le offre tre desideri in cambio della sua libertà.

Il prossimo progetto che vedrà impegnato George Miller sarà l’attesissimo Furiosa, lo spin-off di Mad Max: Fury Road con Anya Taylor-Joy e Chris Hemsworth. Il regista ha definito il sequel “una saga” che si svilupperà nell’arco di 15 anni, a differenza del predecessore che si estendeva su tre giorni. Poche notizie si hanno invece su Mad Max: The Wasteland, il titolo provvisorio di quello che avrebbe dovuto essere il sequel diretto di Fury Road: «Abbiamo un’altra storia, ma non è ancora completamente evoluta» ha rivelato Miller «Vedremo più avanti come andranno le cose».

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