I tre moschettieri, una storia che piace al cinema

Oltre 20 adattamenti tra cinema e tv per la storia dei mitici spadaccini nati dalla penna di Alexandre Dumas. Ripercorriamone alcuni

0

Tra la prima apparizione a puntate del romanzo di Alexandre Dumas nel 1844 e il primo film (Mario Caserini, 1909) corrono 65 anni, giusto il tempo di inventare la fotografia e il cinema. Ma il primo a dare una faccia ai mitici spadaccini è stato Maurice Leloir, illustratore, pittore e fotografo che a fine ’800 sfruttò la sua passione per la Storia e i costumi d’epoca per creare una versione illustrata in 128 splendidi disegni. Leloir è anche nel pantheon dei pionieri del cinema (morirà nel 1940, a 87 anni) ed è il vero padre visivo di D’Artagnan, Athos, Porthos, Aramis.

Saremmo nella Francia del 1625, sotto il regno di Luigi XIII e del Cardinal Richelieu. Ma l’accuratezza storica di Dumas e Leloir è stata gioiosamente tradita dalle versioni per il cinema, e non sempre è stata una cattiva idea. Che poi, anche la fantasia fiammeggiante di Dumas nutrirà varianti, dai seguiti dei Moschettieri a La maschera di ferro. Quest’ultimo diventò film nel 1929 per la gloria di Douglas Fairbanks che aveva già prodotto e interpretato nel 1921 il primo adattamento dei Tre Moschettieri destinato a fare storia, diretto da Fred Niblo. Come consulente ai costumi ebbero proprio Maurice Leloir, che raccontò i suoi mesi a Hollywood in un divertente memoir rivelando tra l’altro che la star del muto rischiò il tracollo coi costi di produzione (1 milione di dollari dell’epoca) e pretese di sperimentare alcune scene a colori, non inserite nel montaggio finale.

 

La versione più famosa è del 1948, diretta dal collaudato George Sidney e tutta nella testa e nelle acrobazie di Gene Kelly, che accorcia, adatta, conclude con grande libertà (D’Artagnan andrà soldato in Inghilterra), ma sfoggia un cast ‘all stars’ con Van Heflin pensoso Athos, Lana Turner maliarda Milady, Vincent Price acconciato da Cardinale e Angela Lansbury Regina Anna. Come fidanzata ufficiale (Costanza Bonacieux, cucitrice di corte) Kelly si sceglie June Allyson ed è un trionfo. I Francesi (che, si sa, “si incazzano” quando sottrai i loro successi) rispondono a inizio anni ’60 con un dittico di Bernard Borderie (quello di Angelica) che ha successo solo in patria. Anche se, dividendo l’adattamento in due film consecutivi anticipa la moda del serial che in Italia sarà ripresa da Giovanni Veronesi con il recente dittico in chiave eroicomica.

Tutti per 1 – 1 per tutti (2020)

Da noi, se si affronta Dumas lo si fa con ironia: dalla memorabile versione del Quartetto Cetra ai 15 episodi ideati nel 1976 da Sandro Sequi con Paolo e Lucia Poli. Tre anni prima il cinema si prende la rivincita grazie al ritmo infernale che l’inglese Richard Lester imprime ai suoi Moschettieri che dirige come se fossero i Fab Four: Michael York, Oliver Reed, Richard Chamberlain, Frank Finlay sono un quartetto prodigioso, proprio come Milady-Faye Du- naway, Costanza-Raquel Welch un esilarante Charlton Heston in vesti curiali e Re Filippo curato da Jean-Pierre Cassel.

I tre moschettieri (2011)

I tentativi successivi, tutti anglosassoni, aggiungono poco alla leggenda fino al discutibile medley firmato da Paul W.S. Anderson con un prologo veneziano (!) e un finale con dirigibile sui cieli di Parigi. Nel cast Milla Jovovich (Milady), Chris Waltz (Richelieu), Orlando Bloom (Lord Buckingham).

Di successo pop La maschera di ferro kolossal di Randall Wallace (1998), con Leo DiCaprio nel ruolo di Luigi XIV; Jeremy Irons-Aramis, John Malkovich-Athos, Gérard Depardieu-Porthos, Gabriel Byrne-D’Artagnan e Anne Parillaud-Regina Anna.

La maschera di ferro (1998)

Nè va dimenticata la riuscita parodia Disney del 2004, con topi e paperi insieme alla corte di Francia e il magnifico apocrifo I tre Caballeros di Norman Ferguson del 1944. Dal Giappone (e dall’autore di Lupin III) è giunta una versione abilmente contraffatta e perfino Barbie nel 2009 ha indossato la livrea con le 3 Moschettiere. Ora arriva il riscatto della Gloria Gallica: ancora due film, in uscita a seguire, ancora un regista/ artigiano (Martin Bourboulon) e un budget kolossal. Eva Green sarà una perfetta Milady. Per gli altri si vedrà.

I tre moschettieri – D’Artagnan, la recensione