Il signore degli Anelli: Gli anelli del potere, nuova vita nelle Southlands

Simbolismi e ambiguità permeano un momento chiave del prequel

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Gli anelli del potere, episodio 6: Udun

Risolte le “Separazioni” dello scorso episodio, nel sesto – in onda da oggi 30 settembre – l’azione si concentra in uno spazio e un tempo più definito, identificabile e ordinato, se non unico. Lo vediamo nel “New Life” affidato alla Charlotte Brändström (regista anche del prossimo, e penultimo), da noi intitolato “Udun” e che ci porta sul campo di una battaglia ampiamente annunciata. Protagonisti assoluti, da una parte l’Adar che avevamo conosciuto nella terza frazione e dall’altra la popolazione di Ostirith, con a capo Bronwyn e l’elfo Arondir.

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Se fino a ora in molti avevano lamentato l’eccessivo frazionamento e dispersione della narrativa di questa serie sequel, l’episodio 6 sceglie di concentrarsi su un momento chiave della storia che è e che sarà, ma che soprattutto sappiamo che dovrà essere. Al netto delle speculazioni sull’identità del costantemente citato Sauron (sulle tracce del quale dovrebbero essere i personaggi in bianco di cui dicemmo), l’azione è mostrata nel suo svolgersi, nell’attualità del dramma vissuto sui due diversi fronti.

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Accomunati da una sorta di legame – nostalgico o preoccupato – con la terra, sia quella nella quale affondano le proprie radici, sia quella pronta a donare una “nuova vita”. Il rabbioso accenno a una vera e propria pulizia etnica colpisce più dei motivi dietro al desiderio di vendetta che muove i protagonisti, più ancora dell’amore per i propri simili, o figli che siano. Ed è un motore pericoloso, in un momento storico nel quale sono molti a sentire la suggestione del ‘Lato Oscuro’, nelle Southlands come nella Terra di Mezzo.

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Alle quali guardano gli Elfi, impegnati al fianco dei Nani di Khazad-dûm, e gli uomini di Numenor, presenze imprescindibili – anche quando assenti – che sicuramente torneranno protagoniste degli ultimi due episodi. Nei quali sicuramente assisteremo allo sviluppo dell’accordo stretto tra Durin e Elrond nell’ultima puntata e al costituirsi dell’indissolubile legame che non può non chiamare in causa i tanti promessi Anelli del Potere.

Ma tra fughe, inganni e scontri tra diverse strategie, il tempo vola coinvolgendo gli spettatori più che sopraffacendoli con un accumulo di personaggi e situazioni. Stavolta anche la regia ha un ruolo diverso, soprattutto nel suo giocare con lo scorrere del tempo e i punti di vista. Ma per ulteriori dettagli vi rimandiamo al paragrafo più ricco di SPOILER, che trovate di seguito, dopo la clip di presentazione del nuovo episodio.

*** ATTENZIONE seguono SPOILER ***

In un finale che rischia di risultare stucchevole nel suo dover dedicare attenzione a tutte le figure coinvolte, e al loro passato (il background di Isildur non pare determinante al momento) si finisce per sorvolare su alcuni dettagli poco credibili (come certe incomprensibili distrazioni di Adar). Per fortuna il confronto tra Galadriel e lo stesso Adar, legato e alla sua mercé, ci offre un rovesciamento dalle molte implicazioni. Come la rivelazione di un passato di vessazioni, discriminazioni e schiavità subite dai Moriondor, i “figli dell’oscurità” o “primi orchi”, come gli Elfi chiamavano gli Uruk, a quanto dice la bionda condottiera, loro simili rapiti da Morgoth e poi torturati e ridotti a “una forma di vita guasta”. Ma tutto è relativo, e la storia – la nostra, anche contemporanea – ci insegna che spesso son i rimedi al male a farne crescere le fila. Quel che sembra esser accaduto anche nella Terra di Mezzo, dove il “ho ucciso Sauron” di Adar lascia presupporre un approccio psicoanalitico che anticiperebbe la conferma delle ipotesi iniziali, e la tendenza del suddetto a parlare di sé in terza persona, quasi a voler prendere le distanze dagli errori commessi in passato nei confronti del suo stesso popolo per emendarli a spese di altri popoli. “Non sono l’unico elfo vivo trasformato dall’oscurità” dice a Galadriel, pietrificata di fronte alla nube nera che si avvicina e che – simbolicamente e finalmente in maniera esplicita – la inghiotte.