Il giorno più bello, intervista al regista Andrea Zalone

Nell’esordio di Andrea Zalone alla regia, sposarsi ai tempi del Covid, tra neosuoceri esigenti ed ex mariti: «Ironia e leggerezza contro questi tempi bui». In sala dal 9 giugno, con Luca e Paolo, Carlo Buccirosso e Violante Placido

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il giorno più bello

Un matrimonio dovrebbe essere un giorno da ricordare. Ma dietro a un evento così importante si possono nascondere tante insidie. È quello che ha deciso di raccontare nel suo debutto alla regia Andrea Zalone, autore televisivo che da anni lavora al fianco di Maurizio Crozza, nella commedia Il giorno più bello, basata sul film francese C’est la vie-Prendila come viene di Eric Toledano e Olivier Nakache.

In questo adattamento italiano, che Zalone ha scritto con Fabio Bonifacci, dal 9 giugno nelle sale con 01 Distribution, Paolo Kessisoglu è Aurelio, titolare di un’agenzia che organizza matrimoni. L’uomo decide di vendere l’attività così da poter cambiare vita e partire in barca a vela con la sua amata Serena (Valeria Bilello). Peccato che la donna sia ancora sposata con Giorgio, ossia Luca Bizzarri, amico di infanzia di Aurelio.

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Il protagonista, in quello che pensa essere il suo ultimo matrimonio, si ritroverà come padre della sposa l’esigente Dr. Musso (Carlo Buccirosso), che è anche possibile acquirente
della sua azienda, e nel team di lavoro pure il rivale in amore.

Zalone, come nasce il desiderio di riadattare un film di grande successo come C’est la vie?

La proposta mi è arrivata dal produttore Beppe Caschetto, cogliendomi di sorpresa. L’impresa era ardua. Ma in modo anche incosciente ho accettato. L’idea di cimentarmi dietro la macchina da presa mi ha entusiasmato e l’ho fatto con umiltà.

Di questa storia cosa l’ha colpita?

Il grandissimo dietro le quinte di un matrimonio, una sorta di Rumori fuori scena. Quella che dovrebbe essere una giornata meravigliosa viene funestata da una serie di inconvenienti. In passato ai matrimoni si viveva di più il senso della festa, si celebrava un amore, ci si divertiva e mangiava. Oggi si vende noia a caro prezzo. È un mondo un po’ grottesco, fatto di egocentrismi e talvolta baracconate.

il giorno più bello

Sullo sfondo del film c’è anche il Covid.

La pandemia ha influito nel settore dei matrimoni. Alcuni sono stati celebrati persino su Zoom. Noi abbiamo girato a Torino nell’estate del 2021 ed era importante prendere atto dell’epoca pandemica che stavamo vivendo. Al cinema c’è la voglia di evadere, ma qui abbiamo trovato la giusta misura per raccontare i nostri tempi.

È una commedia che dà modo di affrontare con più leggerezza il momento che stiamo vivendo, tra pandemia e guerra?

Dobbiamo essere consapevoli del presente in cui viviamo, ma mettere una lente diversa per
guardare una realtà respingente è fondamentale. L’ironia e la leggerezza sono l’antidoto contro i tempi bui che stiamo attraversando, e sono necessari tanto quanto l’approfondimento delle notizie più dolorose e tragiche. Nel film tra risate e tenerezza raccontiamo anche il profondo dei personaggi, che hanno tutti delle crepe.

Quanto è contato il lavoro di squadra in un film così?

Tutto si è basato su quello. Luca e Paolo sono una coppia consolidata e qui sono strepitosi.
Ma credo che, dai protagonisti ai personaggi minori, tutti siano piccole maschere di umanità. Violante Placido interpreta una donna dalla forza pazzesca e dalla tenerezza infinita. Con Stefano De Martino, che fa lo sposo megalomane, abbiamo condiviso il fatto di essere due esordienti.

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Il giorno più bello della sua vita qual è?

Il 9 giugno, la data di uscita del film. Sono emozionato per questo debutto.

Magari il prossimo film lo farà insieme a Crozza.

Chi lo sa (sorride, ndr), anche se non credo. Noi lavoriamo a dei ritmi pazzeschi per mesi interi. Ogni settimana scriviamo oltre settanta minuti di dialoghi. Per realizzare un film ci vuole una certa energia e il giusto tempo per farlo.