Kasia Smutniak sull’esito delle elezioni in Polonia: «i giovani si stanno svegliando»

Smutniak presenta il suo esordio alla regia, Mur, documentario sulla crisi umanitaria al confine tra Polonia e Bielorussia

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Kasia Smutniak

Alla 18ma edizione Festa del Cinema di Roma Kasia Smutniak, attrice polacca naturalizzata ormai da anni in Italia, ha presentato il suo esordio alla regia, Mur, film che documenta il delicato e tragico confine tra Polonia e Bielorussa, teatro di una grave crisi umanitaria migranti in cerca di asilo in Europa. Nel parlare del film, dal 20 ottobre al cinema con Luce Cinecittà, la regista non ha potuto fare a meno di affrontare i due temi caldi della cronaca internazionale: l’esito delle elezioni in Polonia e la guerra israeliano – palestinese.

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Mur, il muro, i muri di confine

All’inizio del 2022, il governo polacco di Mateusz Morawiecki ha ordinato la costruzione di un muro di confine tra il proprio Paese e la Bielorussia come deterrente all’ingresso dei numerosi migranti provenienti dall’Africa e dalla Siria sulla rotta balcanica che tentano di entrare in Europa esortati, in modo politicamente manipolatorio, dal governo bielorusso capeggiato dal dittatore Lukashenko. La costruzione del muro si è conclusa nell’estate del 2022.

Mossa dal desiderio di intervenire in una crisi che tocca da vicino il suo Paese di origine e la sua sensibilità, Kasia Smutniak ha deciso di mettersi dietro la macchina per provare a documentare un’assurda situazione diplomatica che vede come vittime principali e inconsapevoli i migranti.

“Mur nasce non dalla mia viglia di passare alla regia, ma da un disperato bisogno di dare luce alla situazione che si stava creando ai confini con l’Europa, per poter prendere parte ad una cosa epocale e dare una mano“, ha detto Smutniak in conferenza stampa.

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Le conseguenze e il conflitto israelo – palestinese

Il titolo del documentario, Mur, significa appunto “muro” in polacco. La regista ha scelto di partire da questo termine, inteso tanto nel suo significato concreto quanto nel suo senso metaforico, per spiegare non solo l’attuale situazione dell’Europa, ma anche le possibili conseguenze a cui può potare la chiusura di una certa parte di governi rispetto alle situazioni crisi in corso in altri Paesi. Conseguenze che, secondo Smutniak, stiamo drammaticamente osservando dal vivo con quanto sta accadendo su un’altra problematica linea di confine, non meno lontana, quella che separa Israeliani e Palestinesi.

Il muro alla fine è stato costruito, l’ho raccontato all’inizio e alla fine della costruzione, e non ha fermato assolutamente nessuno – dice Smutniak – Noi concepiamo l’Europa come un luogo aperto, accogliente, ma con la quantità di muri, fisici e ideologici, attualmente in costruzione, questa immagine si è persa e dobbiamo confrontarci con quello che siamo davvero oggi“.

Quel muro – continua la regista mettendo a confronto le scelte diplomatiche del suo Paese con i recenti, tragici sviluppo del conflitto israelo – palestinese – è stato una spesa economica e un disastro ambientale che non è servito a niente. Quanto sta accadendo in questi giorni è l’ennesima dimostrazione che i muri comportano conseguenze precise. Dividere i popoli, dividere la terra, porta conseguenze drammatiche, se non per noi per i nostri figli“.

L’esito delle elezioni in Polonia

A proposito del recente esito delle ultime elezioni in Polonia, in cui la coalizione europeista ha di fatto rovesciato il governo al potere da anni, Smutiak tiene a sottolineare un dato importante , al di là della parziale sconfitta del governo della destra.

Il dato secondo me più importante, al di là di chi ha vinto queste elezioni, è quello dell’affluenza alle urne: il 74% della popolazione, composto per la maggior parte da donne e giovani tra i 18 e i 30 anniLa nostra generazione è impigrita e addormentata, tende a pensare che tutto sia inutile, che il nostro voto non abbia incidenza. Invece ora in Polonia la generazione più giovane si è risvegliata. Io spero davvero che questo cambiamento si espanda in altri Paesi, perché, se ce la facciamo noi in Polonia, sono convinta che questa cosa porterà grandi risultati anche dall’altra parte del mondo“.