L’amica geniale 3, Lila e Lenù crescono nel mezzo delle lotte sociali

Presentata alla stampa la terza stagione della acclamate serie tratta dal romanzo di Elena Ferrante "Storia di chi fugge e di chi resta"

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Gaia Geraci e Margherita Mazzucco in L'amica geniale

Lila e Lenù stanno per tornare, la loro storia continua nella terza stagione dell’acclamata serie prodotta dalla Rai e da HBO, L’amica geniale, tratta dai romanzi di Elena Ferrante e distribuita con successo in oltre 130 paesi nel mondo.

Storia di chi fugge e di chi resta, in onda a partire dal 6 febbraio in quattro prime serate su Rai 1, è il terzo capitolo di una saga che cresce insieme alle sue due protagoniste: Elena “Lenù” Greco (Margherita Mazzucco) e Raffaella “Lila” Cerullo (Gaia Girace). Il loro desiderio di riscatto e rivalsa sociale sia in termini di classe che di genere si scontra e si incontra ora con i fermenti di una società in cambiamento.

La serie, che nelle prime due stagioni era stata diretta da Saverio Costanzo, porta questa volta la firma alla regia di Daniele Luchetti (Lacci, 2020) affiancato dagli sceneggiatori Francesco Piccolo e Laura Paolucci, che già nelle precedenti stagioni insieme all’autrice avevano saputo trasformare in linguaggio cinematografico il racconto di Ferrante.

“In questo passaggio di testimone da Costanzo a me ho fatto una scelta semplice: seguire i personaggi e metterli in condizione di vivere le scene emozionalmente davanti alla macchina da presa. Sono rimasto molto agganciato ai libri, fedele al romanzo con la tigna di chi spera di ritrovare i libri nel film”: ha commentato Daniele Luchetti in conferenza stampa.

La terza stagione de L’amica geniale è la trasposizione del terzo romanzo della saga, “Storia di chi fugge e di chi resta”. In questa fase della storia Lila e Lenù sono diventate ormai due donne, che, seppure estremamente giovani, si trovano costrette a fare scelte difficili in situazioni che richiedono un livello di maturità decisamente superiore ai loro anni.

La loro determinazione nel voler rivendicare la consapevolezza che hanno di sé, dei propri diritti e delle proprie capacità si fa sempre più ferma, ma si scontra con una società in cui la resistenza delle forme tradizionali resta ferrea nonostante l’avanzare di nuove idee e istanze culturali.

“Io ho vissuto in una famiglia in cui le donne non hanno potuto studiare, perché c’era una feroce caccia alla donna che veniva data per scontata. La rabbia di Lila io la conoscevo bene perché era lo stesso rancore che aveva mia madre – racconta il regista -. Conosco anche l’altra parte, perché invece dal lato di mio padre c’era una famiglia di sinistra, mia nonna è stata fondatrice di un movimento femminile, ma faceva anche le tagliatelle e partecipava alle discussioni dopo aver lavato i piatti. Ho vissuto questa lotta sociale anche con il senso di colpa di essere maschio. Più che leggendo i libri della Ferrante, è stato girando questa serie che ho capito che questa storia mi riguardava”.

Tirate da una parte e dall’altra, vessate da una società che da un lato le opprime e dall’altro pretende da loro atti di grande coraggio, Lenù e Lila proseguono le loro vite sempre più a distanza, ma legate da un’invisibile filo che porta le loro esistenze ad intrecciarsi di continuo.

Lila, dopo aver lasciato Stefano Carracci (Giovanni Amura) è costretta ad un lavoro sfiancante ed umiliante nella fabbrica di Bruno Soccavo (Francesco Russo) pur di mantenere se stessa e il suo bambino. Dopo la laurea Lenù vede il suo romanzo pubblicato, ma deve affrontare l’avversione di un mondo che non riesce ad accettare la condizione femminile con libertà, rispetto e disinvoltura.

“Ci siamo fidati del romanzo e dei personaggi – ha spiegato lo sceneggiatore Paolucci -. Quegli anni vengono approfonditi tanto. Dovevamo tradurre in dialogo il racconto, con parole che abbiamo dimenticato e che spesso ci hanno fatto paura. Abbiamo studiato molto il materiale di repertorio, sono anni vicini a noi. Reintrodurre parole che fanno paura vuol dire reintrodurre concetti e domande e riportare a delle analisi sociali e politiche”.

Negli anni caldi delle lotte di classe Lenù e Lila, ciascuna a modo suo, ciascuna con i propri drammi, incarnano in loro stesse l’essenza di quelle rivendicazioni sia femminili che di classe. Esattamente come Ferrante ha voluto per i propri romanzi, le due protagoniste non sono eroine, paladine di diritti sociali astratti, sono persone reali e concrete che con la propria vita manifestano ciò che sentono e pensano.

“Il rapporto con Ferrante è stato sempre di grande vicinanza – sottolinea Paolucci -, perché Ferrante è totalmente dentro questo lavoro con note, suggerimenti e un confronto continuo. La sua firma non è solo contrattuale, lei è con noi quando scriviamo”.

Attorno a Lila e Lenù i vecchi personaggi tornano ad agire definendo con maggiore chiarezza i propri tratti distintivi: Pasquale Peluso (Eduardo Scarpetta) è diventato segretario della sezione del partito comunista del rione; Nino Sarratore (Francesco Serpico) sta per diventare un professore sempre più assorbito dalle proprie ambizioni; Michele Solara (Alessio Gallo) accresce sempre più la sua capacità di controllo coercitivo e violento su tutte le attività che ruotano attorno al rione.

La storia quindi continua a crescere e svilupparsi e accompagnerà le due protagoniste fin quasi ai trent’anni di età. Regista e sceneggiatori stanno già lavorando alla quarta stagione anche se non è stato comunicato chi saranno le interpreti di Lila e Lenù in questa fase adulta delle loro vite.