L’ombra del giorno, videointervista al regista Giuseppe Piccioni

Giuseppe Piccioni, regista de L'ombra del giorno, in sala con 01 Dstribution, racconta il cuore storico e il fascino intimo del film.

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Giuseppe Piccioni

Lo sguardo del regista Giuseppe Piccioni ne L’ombra del giorno, in sala dal 24 febbraio con 01 Distribution, è rivolto alle vicende che precedettero la Seconda guerra mondiale. Ma fascismo e leggi razziali sono osservati da Piccioni attraverso l’esperienza di una relazione d’amore. Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli sono i protagonisti di una storia delicata, dolorosa e appassionante.

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Nel film Piccioni racconta la storia di Luciano (Scamarcio), un ex soldato reduce della Prima guerra mondiale, che gestisce un ristorante nel centro di Ascoli nel 1939. all’indomani dell’emanazione delle leggi razziali fasciste, Anna (Porcaroli) si presenta alla porta del suo ristorante. Nonostante Luciano comprenda che qualcosa non va nella ragazza, decide ugualmente di prenderla in prova. Anna dimostra grande professionalità e intelligenza e Luciano, pur mantenendo un atteggiamento rispettoso e a volte quasi severo, ne rimane impressionato al punto di lasciarsi coinvolgere da un sentimento sincero e profondo nei confronti di lei. Ma il periodo storico costringe Anna a nascondere dei grandi segreti sul suo passato, di cui anche Luciano finirà per farsi carico.

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Piccioni, regista classe ’53, vincitore del David di Donatello e del Ciak d’oro per Fuori dal mondo (1998), racconta nella videointervista rilasciata a Ciak la sua visione sul fascismo, sulla guerra imminente nella sua storia e sulla condizione degli ebrei e della donna all’epoca. La sua analisi apre prospettive e interessanti parallelismi tra il mondo di allora e quello di oggi.