È scomparsa ieri all’età di 51 anni Michela Murgia, autrice di testi di successo e controversa opinionista che ha frequentato con il suo carisma e il suo linguaggio ironico e diretto un po’ tutti mezzi di comunicazione, dalla televisione alla radio, dai blog al podcast, passando anche per il teatro e il cinema naturalmente.
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Prima di diventare scrittrice
Difficile riassumere la carriera di un personaggio che nella sua vita, per scelta o per necessità, ha attraversato realtà professionali, culturali e sociali di ogni genere anche dei più disparati. Michela Murgia, nata a Cabras nel 1972, si è formata nel mondo cattolico, era animatrice nell’Azione Cattolica, ed è stata per sei anni insegnante di religione. Per quanto le sue idee e la sua vita abbiano poi preso un’altra direzione, quell’impronta non l’ha mai abbandonata del tutto riuscendo a conciliare, nel proprio mondo e a proprio modo, la visione cristiana con posizioni decisamente più progressiste e soprattutto aperte al rispetto e all’integrazione di genere. Fino ad arrivare a creare un proprio modello di famiglia allargata, quella che l’ha accompagnata fino alla sua scomparsa, frutto di forti legami affettivi e umani più che di sangue.
Prima di dedicarsi all’attività di scrittrice, è stata anche venditrice di multiproprietà, operatrice fiscale, dirigente amministrativa in una centrale termoelettrica e portiera notturna. E da ciascuna di queste attività, sebbene in certi casi distanti l’una dall’altra, ha voluto e saputo trarre profitto per arricchire quell’universo umano, personale e culturale che è poi sfociato nella sua produzione letteraria fondata su un linguaggio schietto, a volte tagliente, ma capace di sfruttare l’ironia in modo sempre brillante.
Tutta la vita davanti
“Il mondo deve sapere. Romanzo tragicomico di una telefonista precaria”, edito nel 2006, è uno di questi. Nel suo primo romanzo autobiografico, Michela Murgia racconta in chiave satirica la realtà degli operatori di telemarketing all’interno del call center di un’importante multinazionale e descrive lo sfruttamento economico e la manipolazione psicologica a cui sono sottoposti tali lavoratori precari. Nato inizialmente sotto forma di diario per il suo blog, divenne successivamente un libro che ha ispirato a sua volta l’opera teatrale “Il mondo deve sapere” e successivamente, nel 2008, anche un film.
Tutta la vita davanti di Paolo Virzì è proprio frutto del lavoro di scrittura di Michela Murgia con lo stesso regista e con Francesco Bruni. Con un cast d’eccellenza formato da Isabella Ragonese, Massimo Ghini, Valerio Mastandrea, Micaela Ramazzotti, Elio Germano, Sabrina Ferilli e Valentina Carnelutti, oltre alle cinque candidature ricevute ai David di Donatello, il film ha vinto sia il Globo d’oro che il Ciak d’oro.
Teatro e podcast
Sempre attraverso l’esperienza cattolica, Michela Murgia si è avvicinata anche al teatro. È del 2004 il primo spettacolo da lei ideato e messo in scena nella piana di Loreto anche alla presenza di papa Giovanni Paolo II. Sono seguiti poi drammi, monologhi, letture sceniche dei suoi testi che, partendo dalla Sardegna, hanno poi girato l’Italia. Nel 2017 debutta al Teatro Biblioteca Quarticciolo lo spettacolo “Accabadora”, tratto dal suo omonimo romanzo del 2009, che intreccia nella Sardegna degli anni Cinquanta i temi dell’eutanasia e dell’adozione. Nello stesso anno Murgia debutta anche al Teatro Eliseo di Nuoro come attrice, interpretando il ruolo di Grazia Deledda nello spettacolo “Quasi Grazia”, scritto da Marcello Fois.
È proprio a teatro che Murgia conosce quello che diventerà suo marito, l’attore e regista Lorenzo Terenzi, sposato in seconde nozze il 22 luglio 2023 “in articulo mortis”, a seguito dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute, anche come atto di denuncia delle carenze legislative italiane sulle coppie di fatto.
I racconti biografici realizzati con Chiara Tagliaferri nel 2018 per il podcast “Morgana” diventano una raccolta edita da Mondadori dal titolo “Morgana, storie di ragazze che tua madre non approverebbe”. Il podcast ha poi continuato a registrare un grande successo di ascolti arrivando fino al 2023, poco prima che Michela Murgia si spegnesse, con un’ultima puntata da lei scritta e pubblicata lo scorso luglio.
Contemporaneamente dal 2018 Murgia ha continuato a portare in scena due sue produzioni teatrali: “Istruzioni per diventare fascisti”, tratto dal suo omonimo libro, e “Dove sono le donne”, monologo sull’assenza di rappresentanza di genere nelle istituzioni della politica, della cultura e della magistratura.
L’attività politica, le polemiche e la malattia
Il volto politico di Michela Murgia si è manifestato a cominciare dalla propria regione, la Sardegna, difesa dapprima nel movimento iRS – Indipendentzia Repubrica de Sardigna e in seguito nel partito indipendentista ProgReS – Progetu Repùblica de Sardigna.
Nel 2014 si candida come presidente alle elezioni regionali sarde, ma senza riuscire ad ottenere il seggio in Consiglio Regionale. Alle elezioni europee del 2019 sostiene la Sinistra e continua la sua battaglia criticando duramente le posizioni di Giorgia Meloni, soprattutto nell’ambito della difesa dei diritti di genere.
A sua volta aspramente criticata, soprattutto dal direttore editoriale di Libero, Vittorio Feltri, Michela Murgia è stata anche la prima donna a firmare “L’Antitaliana”, storica rubrica de L’Espresso nata negli anni ’80.
Il 6 maggio 2023, in un’intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato di avere un cancro ai reni al quarto stadio con metastasi ai polmoni, alle ossa e al cervello e che le restavano pochi mesi da vivere. Da quel momento ha scelto di non fare un mistero della sua malattia rendendo testimonianza delle sue ultime scelte di vita soprattutto in ambito personale.