Nuovo Cinema Fiorello, Viva Rai2! riparte da Marco Mengoni

È uno spettacolo la presentazione della nuova stagione del Morning Show

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Fiorello Viva Rai2!

È un fiume in piena Fiorello, la conferenza stampa trasformata in show, chiusa da Adriano Pappalardo che con lui canta “Ricominciamo”, usata come spot per il ritorno del suo morning show Viva Rai2!, al via il 6 novembre, con Marco Mengoni primo ospite, in replica poi su Rai Radio 2 alle 14 e su Rai Uno in terza serata, oltre a RaiPlay.

Più che teleMeloni la Rai è teleFiorello. «Quando si parla della Rai bisogna sempre togliersi il cappello, si ride però poi bisogna sentirsi onorati di dire “Io lavoro in Rai” – chiarisce. – Si può andare dove si vuole, ma non sarebbe la stessa cosa, la Rai è la Rai, quando la accendi, anche se vedi un programma che non ti piace, ha comunque un’immagine diversa. Ecco, anche se mi chiamasse Il Nove… io andrei».

Non resiste, la battuta è qualcosa di più forte di lui, «anche se scherzare su tutto non si può – confessa – Quando vedo quei bambini uccisi non si può dire io sto con questo io sto con quell’altro, siamo tutti devastati da quello che sta accadendo».

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Non è facile tornare all’ironia, ma per fortuna c’è sempre l’argomento Sanremo su cui tornare. Fabio Fazio ha invitato Fiorello a condurre. «Non è il mio mestiere, quando me lo chiedono mi offendo quasi – taglia corto – Io faccio altro, se lo conducessi dopo la quarta canzone presentata mi sarei stufato. Ne ho fatti cinque di fila, ho già dato, chiamate Fazio, tanto gli americani della Warner gli danno la liberatoria che costa due lire, fateglielo fare con Fedez.  Ci sono anche tante risorse Rai come Carlo Conti, a proposito ci ho parlato e mi ha detto che gli piacerebbe tornare».

Non mancano le battute al vetriolo all’amministratore delegato della Rai, «ci dica subito se la Fagnani va sul Nove, altrimenti vado sotto casa a bucare le gomme della macchina di Mentana», i falsi spoiler su Sanremo «quest’anno ci andrà la Pausini ha una canzone fortissima, “La compagnia”» e la conferma che a febbraio andrà con il suo glass fuori dall’Ariston «ma io non potrò salire sul palco, a parte nella serata finale per portare via Amadeus, negli altri potrò al massimo arrivare a metà platea, ci saranno cartelli con la scritta : “Lui non può entrare”».

Nonostante i tanti successi con i varietà di prima serata, questo morning show ha un sapore diverso. «Molti penseranno che la cosa più bella che ho fatto è stato il varietà – racconta Fiorello, – ma vi assicuro che andare in giro per strada quest’estate dopo Viva Rai2! e incontrare bambini in età prescolare, adolescenti, anziani che mi chiedevano quando sarei tornato in onda, è stato incredibile. Un pubblico così non l’ho mai avuto, è la prima volta, forse devo tornare indietro ai tempi del karaoke. Tra tutte le cose che ho fatto, Viva Rai2! è nettamente sul podio».

Affiancato dai paladini della battuta Fabrizio Biggio e Mauro Casciari, lo showman racconta come si costruisce un successo così: «Alle sei della sera parliamo con gli autori per capire le notizie del giorno dopo, poi ci vediamo alle sei del mattino e in un’ora costruiamo la trasmissione – racconta. – Ma non si può preparare nulla, a parte i balletti dui Luca Tommassini, si può avere un’idea, perché spesso quello che hai preparato a tavolino si dissolve, le cose sono sempre in divenire, arrivano cazzeggiando».

Ed è proprio il sano “cazzeggio” la forza di Fiorello. «Il mio lavoro è l’antidoto a tutto quello che accade nella vita di tutti i giorni – ammette– Anche io ho problemi come tutti, ma sono fortunato a fare questo mestiere perché quando mi sveglio per fare un programma così, già mi si apre l’anima». Anche la protesta degli inquilini di Via Asiago l’ha fatto “incavolare” parecchio, anche se il trasloco al Foro Italico, «dove al massimo ci sentono le statue e Malagò» è stata una scelta sua. «Non ci hanno sfrattato, sono stato io a dire basta, non eravamo noi a far rumore, ma il pubblico che arrivava la mattina. Quando è venuta ospite Laura Pausini si sono presentati alle transenne alle tre».