One Second, il Cinema Paradiso di Zhang Yimou

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One second

Nella Cina della Rivoluzione Culturale, Zhang Jiusheng (Zhang Yi), fuggito da un campo di lavoro, è disposto a tutto pur di assistere alla proiezione di un cinegiornale dove, per un secondo, potrà vedere l’immagine della figlia perduta.

Ma, prima della proiezione, la pellicola viene rubata dalla giovane orfana Liu Guinü (Liu Haocun). Ha inizio perciò un inseguimento dove la posta in gioco è il cinema, il suo potere di fermare e riplasmare il tempo attraverso i fotogrammi.

Non a caso, One Second (Yi miao zhong, prodotto da Huanxi Media Group e dal 16 dicembre nelle sale italiane per Fenix Entertainment con Europictures) vuole essere una vera e propria «lettera d’amore» alla settima d’arte, come ha dichiarato il suo regista Zhang Yimou.

Ovvero, uno dei maggiori filmmaker cinesi viventi, capace di rileggere poeticamente la storia della sua terra attraverso drammi acclamati come Sorgo rosso (Orso d’oro a Berlino 1988), Ju Dou (Premio Luis Buñuel a Cannes 1990), Lanterne rosse (Leone d’argento a Venezia 1991), La storia di Qiu Ju (Leone d’oro al Lido l’anno successivo, riconoscimento che otterrà nuovamente nel 1999 con Non uno di meno) e Vivere! (Gran Prix Speciale della Giuria alla Croisette nel ’94).

Cimentandosi però anche con il kolossal epico ad alto budget, quello della trilogia composta
da Hero (2002), La foresta dei pugnali volanti (2004) e La città proibita (2007), o del più recente The Great Wall (2016) con Matt Damon.

Questa volta, Zhang ha voluto esplicitamente mettere a fuoco il suo lungo e profondo legame col cinema.

«Non dimenticherò mai certe scene dei film che guardavo da bambino», afferma il cineasta,

«L’eccitazione e la felicità oltre le parole erano come un sogno. I film ci accompagnano mentre cresciamo. I sogni ci accompagnano per tutta la vita. C’è sempre un film in particolare che si ricorda per tutta la vita, e forse non solo il film stesso, ma anche il tipo di aspettativa che cattura… un desiderio di guardare le stelle. One Second è dedicato a tutti coloro che amano i film».

E se a qualcuno fosse già venuto in mente Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, aggiungiamo solo che anche in One Second uno dei personaggi chiave è un proiezionista: Fan, interpretato da Fan Wei.

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A coadiuvare Zhang in questa nuova fatica, poi, c’è una squadra che comprende il co-sceneggiatore (nonché scrittore e drammaturgo) Zhou Jinghzi e storici collaboratori del regista come il direttore della fotografia Zhao Xiaoding e il montatore Du Yuan.

Visto in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2021, One Second aveva fatto discutere già due anni or sono: selezionato per competere alla Berlinale del 2019, fu ritirato all’ultimo momento, ufficialmente per «problemi tecnici durante la post-produzione». Motivazione dietro cui molti hanno visto la mano della censura governativa cinese.

Tanto più che il film dovrà attendere oltre un anno e mezzo per essere distribuito nelle sale patrie, in una versione accorciata di un minuto e probabilmente passata attraverso re-shooting (non confermati dalla produzione), come suggerito, tra le altre cose, da un post del protagonista Zhang Yi.

Un episodio che ha fatto accrescere la curiosità non solo nei confronti del lungometraggio (vincitore nel frattempo di due Asian Film Awards, alla regia e alla performance dell’emergente Liu Haocun), ma anche di un eventuale director’s cut, che
peraltro difficilmente vedremo.

In ogni caso, sembra proprio che quel cinema omaggiato da One Second sia ancora abbastanza potente da far paura.