Rapito, Fabrizio Gifuni racconta il film di Bellocchio (video intervista)

Da Aldo Moro all’ultimo inquisitore di Bologna, l’attore David di Donatello racconta il passaggio

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Fabrizio Gifuni

In Rapito di Marco Bellocchio, presentato al 76° Festival di Cannes, Fabrizio Gifuni, David Donatello per Esterno notte, interpreta l’ultimo inquisitore di Bologna, il frate domenicano che nel film ordina la sottrazione del piccolo ebreo Edgardo Mortara alla sua famiglia perché venisse cresciuto secondo la fede cattolica.

Da Aldo Moro in Esterno notte a padre Feletti in Rapito, Gifuni suggella un sodalizio vincente con Bellocchio, capace di costruire personaggi tridimensionali, carichi di profondità, spessore e realismo in racconti complessi che arrivano all’animo umano. L’attore riesce ad interpretare le istanze del regista con potenza e convinzione in due personaggi, seppur differenti, ugualmente resi con intensità sul grande schermo.

In Rapito, al cinema dal 25 maggio con 01 Distribution, Bellocchio narra la storia vera di Edgardo Mortara, il bimbo ebreo di nascita che nel 1858 a Bologna fu sottratto alla propria famiglia per essere educato secondo i principi cattolici a Roma sotto la tutela di papa Pio IX. Il piccolo era stato infatti battezzato di nascosto appena nato da una domestica di casa Mortara che lo riteneva in punto di morte. Pertanto, secondo i dettami del diritto canonico dell’epoca, Edgardo ormai cristiano doveva crescere come cattolico.

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Padre Faletti è colui che su ordine del Papa decreta che il bambino venga portato a Roma. Fabrizio Gifuni racconta la complessità del suo personaggio in una storia quasi epica, in cui i personaggi vengono dipinti in tutte le loro sfumature umane.

Guarda qui la video intervista a Fabrizio Gifuni per Rapito