Rutelli sul Cinema che verrà: “Occorre una strategia per le riaperture”

Il Presidente dell'ANICA parla della situazione delle prospettive del settore

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Francesco Rutelli
Francesco Rutelli (ANSA/ANGELO CARCONI)

Si continua a parlare di ripartenza, dopo l’ufficializzazione delle regole che consentiranno di tornare al Cinema, pur non senza difficoltà e qualche dubbio. A dire la sua è oggi Francesco Rutelli, ex Sindaco di Roma e Ministro dei Beni Culturali, oggi presidente dell’ANICA, associazione che riunisce gli industriali cinematografici italiani. E anche lui si unisce al coro dei più, con un appello e una serie di considerazioni sullo stato del settore, su come ha reagito alle difficoltà e le attività previste per l’estate che si avvicina.

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“Occorre concordare, con pazienza e chiarezza, una strategia per le riaperture in sicurezza delle sale in tutta Italia. Moltissimi hanno voglia di tornare al cinema, dove le possibilità di contagio sono estremamente ridotte – dice Rutelli ad Alessandro Banfi, nel corso dell’intervista per 10alle5quotidiano.info. – Al governo, e al Ministro Franceschini, peraltro, va dato atto che le risorse pubbliche per la filiera stato incrementate: da 400 a 640 milioni annui. Anche i sostegni durante la crisi pandemica ci sono stati. Il punto è: occorre rafforzare la capacità competitiva delle nostre industrie, in un contesto di forte concorrenza e concentrazioni globali”.

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Ci sono belle iniziative un po’ dappertutto in Italia, e rispondono a un’aspettativa di immersione, finalmente, nel grande schermo. Le arene aiuteranno, quando sarà finito il coprifuoco: andare nelle sale con pochissima programmazione e dunque poco prodotto, senza cena e con limitazioni cospicue accompagnerà intanto una ripresa solo parziale, sperimentale”. Queste e le altre iniziative “vanno valorizzate – continua, – non possiamo illuderci sui problemi di un settore che ha subito una chiusura prolungata di oltre un anno. L’Italia era al primo posto, in Europa, nella crescita del mercato cinematografico nelle sale, nel 2019. Lo sforzo delle industrie si era indirizzato a rafforzare il prodotto italiano, e ad ampliare le presenze nella stagione estiva. Tutto questo si è fermato di colpo e in modo assoluto, per la pandemia. Guardiamo però la faccia positiva della medaglia: l’integrazione tra sale, fruizione televisiva e crescita delle piattaforme può essere realtà, e la domanda di prodotti audiovisivi ha permesso di tenere aperta e viva la filiera, e con essa l’occupazione nelle produzioni”.

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“L’industria ha reagito con coraggio in questo momento sospeso, e un accordo molto serio con sindacati, maestranze, attori ha consentito di lavorare intensamente e in sicurezza – conclude Rutelli, parlando dei set organizzati durante la Pandemia. – A Roma, in effetti, ci sono stati qualcosa come 230 set del cineaudiovisivo aperti solo nello scorso mese di marzo. La sfida è rendere tutto questo stabile e duraturo”.