Sorrentino a Marrakech: «Il cinema è un’avventura che ricalca la vita»

Il regista, presidente della giuria del Marrakech International Film Festival, parla della sua carriera e del cinema

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Paolo Sorrentino

Il regista Paolo Sorrentino, presidente della giuria del Marrakech International Film Festival, in programma dall’11 al 19 novembre 2022, condivide una sua riflessione sul cinema e sulla propria carriera. “Per ora sono sicuro di una cosa: dopo E’ stata la mano di Dio, che è stato un film emotivamente impegnativo, non penso ad una storia autobiografica, quello è un unicum e tale resterà”, ha detto Sorrentino all’Ansa.

La giuria internazionale del Festival è composta anche da: la regista danese Susanne Bier, l’attore americano Oscar Isaac, le attrici Vanessa Kirby, inglese, e Diane Kruger, tedesca, il regista australiano Justin Kurzel, la regista e attrice libanese Nadine Labaki, la regista marocchina Laïla Marrakchi e l’attore francese Tahar Rahim. Questi, insieme a Sorrentino, assegneranno l’Étoile d’Or a una delle 14 opere prime o seconde del concorso internazionale del Festival, dedicato alla scoperta di cineasti di tutto il mondo.

Il Marrakech International Film Festival ha così definito Sorrentino: “regista e sceneggiatore premio Oscar Paolo Sorrentino è uno dei più noti ed entusiasmanti rappresentanti del cinema italiano di oggi”.

Paolo Sorrentino ha dichiarato: “Marrakech è per me il luogo in cui si era realizzato il sogno di vedere tanti film con Martin Scorsese e di passare giornate a parlare di cinema con lui e altri talentuosi colleghi. È un onore tornare quest’anno a Marrakech come Presidente della Giuria. Credo, voglio credere, che i cinema torneranno a riempirsi e sono sicuro che presto usciranno molti film meravigliosi. Assistere a questa rinascita da un luogo così simbolico, scoprire il cinema di domani da un punto di vista culturale e geografico così interessante, sarà un dono in più”.

In una pausa dal suo lavoro di presidente della giuria del Festival di Marrakech Sorrentino ha annunciato: “Ho vari progetti in cantiere, sto prendendo tempo, ho scoperto, forse è l’età, che è bellissimo rallentare i ritmi”.

Prendere del tempo significa anche riflettere sul cinema – continua il regista – Dopo anni di disorientamento per la pandemia, bisogna ritrovare una idea di cinema d’autore. Anche da imprenditore, io non so cosa si deve fare , non ho ricette né è il mio lavoro. Da spettatore vedo vari problemi, ma prima di dichiarare la resa penso che si debbano fare innanzitutto buoni film, rendere attrattive le sale, industrializzarsi in tutti i modi”.

Sorrentino si compiace poi del successo al botteghino de La stranezza di Roberto Andò ed è lieto di sapere che anche altri illustri suoi colleghi come Moretti, Garrone e Bellocchio siano al lavoro, “tutto questo aiuterà“, dice.

Come regista si dice lontano dall’attualità e dalle polemiche. “Quando ho girato Il Divo e Loro non li ho concepiti, programmati, come film politici, io parto sempre dall’umanità, dagli uomini, dal loro immenso complesso caleidoscopio di sfaccettature. C’è chi fa film sulla cronaca, con l’urgenza di farlo, lo capisco, ma – chiarisce Sorrentino – non è la mia natura, né la mia formazione, preferisco fare film che attingono ad una realtà già sedimentata, storicizzata, mi dedico a questioni meno urgenti, mi dedico ai sentimenti dei personaggi che è la cosa che mi interessa di più. Non rifiuto il film di impegno ma penso che il film sia più un’avventura che ricalca, trascendendola, la vita e la vita è un enigma e quindi mi piacciono i film che sono un po’ enigmatici”.

Fonte: Ansa