The Serpent Queen, con Samantha Morton i segreti di Caterina de’ Medici

Dall'11 settembre su STARZPLAY gli 8 episodi del royal drama di Justin Haythe ambientato nella corte francese del XVI secolo

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Fredda, gelosa, vendicativa e pronta a qualsiasi cosa per raggiungere i suoi scopi. Per tre secoli abbondanti, fino a tutto l’Ottocento, la figura di Caterina de’ Medici è stata sommersa da un’aura malefica e nefasta, finché quegli stessi connotati, riletti in tempi più moderni, non sono stati riconsiderati positivamente, a tal punto da farla passare alla storia come una delle sovrane più potenti e longeve di Francia.

Due facce della stessa medaglia che hanno ispirato la rilettura contemporanea di The Serpent Queen, il nuovo dramma storico in 8 episodi di Starzplay scritto e prodotto da Justin Haythe con protagonista Samantha Morton nei panni della spietata Regina, moglie di Enrico II. «Ho trovato in Caterina deMedici un personaggio estremamente moderno – ha spiegato a Ciak lo showrunner e creatore Justin Haythe, qui al suo primo dramma storico dopo aver firmato, tra le tante, le sceneggiature di Revolutionary Road e Red Sparrow. – È una sopravvissuta, un’anti-eroina. Non mi ero mai rapportato con un personaggio donna di questo tipo». 

Ludivine Sagnier e Samantha Morton

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Prendendo leggera ispirazione dal libro Catherine de Medici: Renaissance Queen of France di Leonie Frieda, The Serpent Queen mostra spiccate intenzioni nel voler dare una svolta contemporanea alla narrazione convenzionale attraverso una serie di espedienti, tra cui la rottura della quarta parete e una soundtrack particolarmente punk/rock. La storia dell’ascesa al potere di Caterina – segnata da alleanze politiche, amori, amicizie e morti – si snoda attraverso una serie di flashback mentre narra il suo passato e impartisce le lezioni che ha imparato alla sua nuova serva e confidente, Rahima (Senia Nanua). Il filo conduttore dei racconti, che poi è anche la tagline della serie, è sempre uno solo: tu cosa avresti fatto di diverso? E sono proprio gli elementi moderni della serie – spiega Haythe – ad aiutare l’immedesimazione del pubblico nelle sfide affrontate da Caterina: «Mi è sempre piaciuta l’idea di un villain storico che si rivolge direttamente a noi, come a dire ‘Hai sentito tutte le cose terribili che ho fatto, ma l’unico motivo per il quale mi conosci è perché le ho fatte. E tu, come ti saresti comportato se fossi stata un’orfana nel XVI secolo, in Francia?’»

Il pubblico televisivo, d’altronde, ha sempre dimostrato una grande affezione per i royal dramas. Dall’apripista I Tudors, al fenomeno globale The Crown, poi ancora Versailles, Reign, Victoria, fino alle recenti Bridgerton, The Great e Becoming Elizabeth, la lista è lunghissima. Ma perché queste storie si prestano ancora così bene al racconto seriale? «Perché il pubblico ama vedere in questi personaggi un dramma sensazionalizzato – ci risponde Haythe – come se fossero soap opera elevate su larga scala, con i costumi, le parrucche, i castelli e i cavalli. Entra i gioco anche un piacere visivo».

E a proposito di piaceri visivi, Samantha Morton nei panni della Regina è sicuramente uno di quelli. La star di The Walking Dead non è estranea ai drammi storici (nel 2007 è stata Mary Stuart in Elizabeth: The Golden Age, mentre sempre sul piccolo schermo, fino al 2019, la direttrice di un bordello del Settecento in Harlots) e rispecchiava appieno le qualità per interpretare la fredda Caterina de’ Medici: «Ci serviva qualcuno che avesse una certa profondità e un’aura di mistero – racconta Haythe a Ciak – così da portare lo spettatore a scavare nella sua personalità e cercare di capire se quello che ci troviamo davanti è un personaggio buono, ma con tocchi di malvagità, oppure un cattivo, con tocchi di bontà. E Samanta Morton aveva tutte quelle qualità. La ritengo una delle migliori attrici viventi». Nei panni della giovane Caterina troviamo invece l’attrice Liv Hill (Three Girls, Jellyfish), mentre completano il cast anche Charles Dance (Il Trono di Spade, The Crown), Ludivine Sagnier (Lupin, The Young Pope), Colm Meaney (Star Trek: Deep Space Nine, Tolkien), Kiruna Stamell (The New Pope, Moulin Rouge!) e Antonia Clarke (Anna, Magic in the Moonlight).