Volare, la recensione dell’esordio alla regia di Margherita Buy

Al cinema dal 22 febbraio 2024 con Fandango

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Margherita Buy, Volare

Margherita Buy esordisce alla regia con Volare, film presentato alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione Grand Public, che si prende gioco della sua stessa paura di volare. L’attrice, ora anche regista e sceneggiatrice, dirige un cast corale di cui fanno parte anche Anna Bonaiuto, Giulia Michelini, Euridice Axen, Francesco Colella, Roberto De Francesco, Maurizio Donadoni, Pietro Ragusa, con la partecipazione di Massimo De Francovich ed Elena Sofia Ricci. Il film sarà in sala dal 22 febbraio 2024 distribuito da Fandango.

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IL FATTO

AnnaBì è un’attrice di successo, nota al grande pubblico soprattutto per una popolare serie televisiva di cui non va particolarmente fiera. Quando le si presenta l’occasione che potrebbe portare la sua carriera ad un livello internazionale, tutta la sua vita comincia ad andare in frantumi perché non riesce a salire sull’aereo che dovrebbe portarla in Corea per il provino. AnnaBì, demoralizzata, è costretta a tornare a lavorare alla serie, anche per pagare i costosi studi all’estero di sua figlia, che per altro rischia di non vedere per lungo tempo sempre a causa della sua paura di volare. Così, dopo essere stata tradita anche dalla sua agente, che sceglie di promuovere la carriera di Elena Sofia Ricci al posto suo, AnnaBì decide di iscriversi ad un corso della compagnia di bandiera, pensato proprio per chi ha paura di volare, dove incontra un bizzarro gruppo di persone che soffrono della sua stessa fobia e che come lei cercano disperatamente di superarla.

L’OPINIONE

È certamente l’aspetto autoironico che colpisce più di tutto nel delizioso racconto che Margherita Buy sceglie di fare in Volare, suo film di esordio alla regia, per spiegare, o meglio, condividere la sua fobia per il volo. Si chiama aerofobia (o aviofobia) lo stato d’animo di profonda ansia generato dall’idea di volare in aereo e Buy sceglie di parlarne con toni sdrammatizzanti e dissacranti che le si confanno alla perfezione.

Attrice assai nota, dagli anni ’80 a oggi ha interpretato tantissimi ruoli e recitato per diversi registi, tra cui Verdone, Ozpetek, Virzì, Tonatore, Salvatores e molti altri, senza dimenticare il sodalizio professionale e personale che la lega da anni a Nanni Moretti. Ora però, dopo essere stata diretta in vario modo da tanti professionisti, Buy sceglie di mettersi dietro la macchina e lo fa per due ragioni fondamentalmente: da un lato farsi conoscere un po’ meglio dal pubblico, dall’altro demistificare la paura per il volo sua e di tante persone che come lei non riescono a salire su un aereo.

E proprio dall’osservazione di chi come lei vive l’ansia e l’angoscia del volo Buy ha ricevuto la scintilla che l’ha ispirata a concepire questo progetto, nato durante il periodo in cui ha frequentato, proprio come accade nel film, un corso per superare tale paura. Partendo dalla storia di AnnaBì, che è un po’ anche la sua storia, la regista e sceneggiatrice, insieme a Doriana Leondeff e Antonio Leotti, prende spunto per raccontare anche le storie di altri personaggi affetti da aerofobia che per varie ragioni vedono la propria vita limitata dalla paura.

AnnaBì, come Buy, quindi in un certo senso osserva se stessa e gli altri, ma lo fa con uno sguardo che capace di non prendere se stessa e gli altri troppo sul serio. Vedere un volto noto come il suo crucciarsi per la rivalità con un’altra grande attrice come Elena Sofia Ricci, che interpreta una versione alternativa di se stessa nel film, e combattere con la propria agente dalla quale si sente più vessata che sostenuta, crea nello spettatore un’inaspettata empatia tanto verso il personaggio quanto verso la persona.

In Volare Buy riesce a sfruttare al meglio una delle sue doti principali, la sua capacità di scherzare su se stessa e sulle proprie debolezze con disinvoltura, forse anch’essa frutto di un’ansia da prestazione da cui il cinema non risparmia nessuno e di cui lei non ha mai fatto mistero nonostante la notorietà raggiunta.

La sua regia si concentra soprattutto sui personaggi e l’effetto, per quanto semplice, è efficace a restituire il suo sguardo ironico sulle storie e gli ambienti decritti che si seguono con piacere e gusto. In modo particolare è come se l’attrice avesse anche voluto consentire allo spettatore di sbirciare per un attimo dentro il dorato mondo del cinema rivelandone i piccoli difetti, ma sempre con il sorriso.

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French Kiss (1995) di Lawrence Kasdan con Jean Reno e Meg Ryan, che in qualche modo, per il proprio modo di interpretare la protagonista ricorda le movenze di Buy in Volare, sebbene la Kate del film sia mossa da un amore romantico, mentre AnnaBì è spinta anche dall’attaccamento che sente verso la figlia, interpretata da Caterina De Angelis, sua splendida figlia anche nella realtà.

RASSEGNA PANORAMICA
voto
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