War – La guerra desiderata, Gianni Zanasi: «il confitto è il motore del mondo»

Il regista di War – La guerra desiderata in conferenza stampa spiega come è nato il film sulla guerra che ha preceduto il conflitto tra Russia e Ucraina

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Gianni Zanasi

In War – La guerra desiderata il regista Gianni Zanasi (Troppa grazia, 2018) ha in un certo senso anticipato di due anni il tragico conflitto tra Russia e Ucraina. Presentato alla diciassettesima Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, il film, che vede protagonisti Edoardo Leo e Miriam Leone, racconta di una immaginaria guerra tra Italia e Spagna, ma è stato scritto nel 2019, assai prima cioè di quel 22 febbraio 2022 in cui l’invasione tuttora in corso ha avuto inizio.

Mentre eravamo al montaggio del film, la Russia ha invaso l’Ucraina. Un mio amico mi ha scritto ‘Tu sei un veggente’. Io gli ho risposto ‘No, io non prevedo il futuro, è il futuro che sta andando all’indietro’. Il cinema dovrebbe aggredire la realtà non il contrario”, dice Zanasi in conferenza stampa a Roma.

War – La guerra desiderata è la storia di Tom (Leo), un uomo, laureato in Lettere, costretto a fare l’allevatore di vongole per sostituire il fratello, caduto in coma, nella sua attività. Per caso un giorno Tom conosce Lea (Leone), psicologa in una ASL, e, nonostante un iniziale contrasto, i due si rincontrano, mentre intorno a loro comincia a salire la preoccupazione della possibilità di un conflitto tra Spagna e Italia a causa di un incidente diplomatico.

Penso che il conflitto sia il motore del mondo e dell’uomo, se non c’è conflitto non c’è storia e di conseguenza non c’è un film. Il conflitto è indispensabile e vitale, produce cambiamento, movimento, vita”, dice il regista.

Zanasi però ci tiene anche a specificare: “La guerra è un’altra cosa. Non mi sento di poter dire come mai nasca la guerra. Da questa primavera sono inorridito. I film però hanno il potere di parlare ed esprimere la complessità dell’amore ed è con questa complessità che noi possiamo cercare di sconfiggere l’orrore”.

Lea cercherà di fermare lo scoppio della guerra e per farlo ricorrerà anche all’aiuto di Tom, che nel frattempo, in modo quasi inconsapevole, si è unito ad un gruppo di paramilitari. Intanto le persone intorno a loro sembrano coinvolte da una spirale di follia che le porta a manifestare sentimenti di paura e frustrazione a lungo sopiti.

Nel film c’è una guerra che si avvicina nel contesto di un’Europa estremamente indebolita politicamente in cui ogni Paese segue una propria ricerca interna di identità. Nelle persone nasce un senso di urgenza che lascia tempo solo alla distinzione tra amico o nemico. In questa febbre bruciante tutti esprimono ciò che hanno dentro nel bene e nel male”, dice Zanasi.

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