ANGRY BIRDS

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Nell’isola dei volatili (che non volano), Red non è proprio il beniamino. Collerico e pasticcione, all’ennesimo disastro con strascico polemico viene obbligato a frequentare un centro di recupero per uccelli problematici. Lì conosce l’iperdinamico e compulsivo Chuck, il pacioso Bomb che però quando si altera esplode con effetti devastanti (non chiedere come), più l’enorme e inquietante Terence. Eppure saranno proprio questi quattro emarginati a salvare la comunità dalle mire losche di un gruppo di maiali verde fluorescente capitanati dall’ambiguo e caciarone Leonard.

Da una serie omonima di videogiochi, al duo Clay Kaytis (decennali esperienze alla Disney) e Fergal Reilly (tanti gli storyboard concepiti, citiamo a mo’ di esempi Il gigante di ferro, Piovono polpette, Hotel Transylvania) il compito di tradurla in film compiuto con tanto di trama. Ovviamente la storia è elementare (come peraltro è tipico di tanta filmografia del cinema comico), giusto una serie di passaggi obbligati per ricordare i livelli di gioco (e i fan saranno felicissimi di vedere i loro beniamini fiondati a distruggere i porcelli verdolini), ma non importa. La coppia di autori appare ferratissima nell’arte di costipare “il set” di gag (e quelle che funzionano sono le più veloci e “laterali”, tipo il cartello “Home tweet Home” all’ingresso della nuova casa di Red), pescando senza cadere nel plagio da varie opere precedenti del filone (i suini pop ad esempio ricordano  la serialità dei caratteri, con variazioni minime, dei Minions).

Se vogliamo, qualcuno troverà poi che gli invasori si muovono a metà tra i greci (quelli da temere perché portano doni) e gli imperialisti yankees (amano pure i cappelli da cowboy e le danze country and western!); peraltro, a ristabilire l’equidistanza ideologica, combatte, dalla parte giusta, anche la simbolica (per gli americani) Grande Aquila Poderosa, magari un po’ imbolsita e scoppiata. Volendo, il carattere di Red ha infine forse qualche cosa che lo accomuna a un pennuto ben più leggendario, l’irascibile e fumantino Paperino (non certo nell’aspetto fisico, con quelle sopracciglia alla Elio delle Storie Tese che si ritrova il nostro eroe). Insomma, un cartoon che fa della velocità e dell’allegria della catastrofe le sue caratteristiche principali rallegrato da musiche simpaticamente retro (c’è anche Paranoid dei Black Sabbath).