Aquaman e il regno perduto, la recensione

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aquaman e il regno perduto

Aquaman e il regno perduto chiude l’era del DCEU (DC Extended Universe) per fare spazio alla nuova DC cinematografica targata James Gunn. Se sarà vera gloria lo vedremo, intanto vediamo come si congeda il re di Atlantide in questo sequel.

IL FATTO – Arthur Curry è diventato padre, si è sposato con la sua amata Mera e si divide tra gli abissi marini, in quanto Re di Atlantide, e la terraferma, dove cambia pannolini e cerca di addormentare il piccolo. Ma un supereroe non può stare mai tranquillo. Manta, dopo la morte del padre, cerca vendetta, e troverà un potente e pericoloso alleato dal passato. Insieme metteranno a repentaglio l’esistenza stessa di Atlantide e solo Aquaman può fermarlo. Ma non da solo. Servirà l’aiuto del fratello Orm…

L’OPINIONE: pensare che gli ultimi due film della DC cinematografica, come era stata concepita ormai dieci anni fa, siano stati The Flash e questo secondo capitolo di Aquaman lascia un po’ con l’amaro in bocca.

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Perché sono probabilmente i film migliori di questo guazzabuglio senza capo né coda a cui nessuno è riuscito a dare un senso che è stato DCEU, nonostante il livello letterario altissimo della produzione DC Comics.

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Un vero peccato vedere Superman realmente compreso solo nella prima metà di Man of Steel, una grande occasione persa nel genere . Il Batman di Ben Affleck era potenzialmente il migliore possibile, ma sfruttato poco e male. Sui due film di Wonder Woman meglio stendere un velo pietoso e tutto ciò che è stato accessorio, da Shazam a Blue Beetle certo non verrà rimpianto.

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Ma sia The Flash che Aquaman e il regno perduto hanno idee più che interessanti. Il primo è una riflessione sul DCEU stesso, un’entità senza forma e senza padrone in cui tutti hanno provato a mettere le mani e a dire la loro, creando una dimensione altra affollattissima soprattutto di sogni che non si sono avverati.

Aquaman e il regno perduto è invece un congedo ricco di ironia e molto libero nella forma e nella sostanza, grazie soprattutto a James Wan, regista e produttore che di impelagarsi in una faida non ha proprio bisogno, visto l’abilità di far diventare oro qualunque horror da 30 euro di budget che gli capiti tra le mani.

Aquaman e il regno perduto

Wan ha approfittato della consapevolezza che la corsa era finita per fare un film molto personale, divertente, non ipertrofico nella durata ma perfetto nel montaggio, dalla narrazione asciutta al ritmo serrato.

Aquaman e il regno perduto racconta a grande velocità tutto quello che c’è ancora da sapere

Come la puntata finale mai andata in onda de Gli occhi del cuore in Boris. Con la differenza che questo film va invece al cinema, e meno male, perché è spettacolare e non annoia mai. Wan mischia i generi con gusto quasi dadaista.

Aquaman si fa affiancare dal fratello (sempre bravissimo Patrick Wilson) e insieme mettono in scena un remake apocrifo di Altrimenti ci arrabbiamo, manca solo da Dune Buggy. Anzi, forse si sarebbe potuto intitolare …e continuavano a chiamarlo Aquaman, con Jason Momoa che fa anche la faccia annoiata di Bud Spencer quando un malcapitato cattivello prova a scalfiggerlo, salvo poi dargli un calcio volante.

Aquaman e il regno perduto

Tutto questo inscritto nella tipica struttura da Bond Movie, con il cattivissimo Manta che vuol distruggere il mondo sopra e sotto il mare, e la variazione fantasy in stile Signore degli Anelli. Non pago, Wan si diverte anche a prendere in giro la Marvel in un paio di occasioni e si toglie pura la soddisfazione di omaggiare un eroe tutto italico a lui assai caro, Dylan Dog.

Come scopritelo al cinema

Per il resto, Momoa è davvero impagabile, Amber Heard ha più pose di quanto l’esito del processo avrebbe concesso immaginare, e soprattutto Aquaman e il regno perduto promuove con grande efficacia un messaggio ambientalista in maniera molto più sincera e meno ipocrita di molti altri film, e soprattutto attori e registi, che tendono a prendersi davvero troppo sul serio. Insomma, ce n’è per tutti i gusti, soprattutto c’è la giusta formula dell’intrattenimento da multiplex, e con il giusto numero di spettacoli da programmare.

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Il primo film del re di Atlantide, ma anche i primi due capitoli della saga di The Conjuring e Malignant, due tra gli horror meglio riusciti firmati da James Wan, uno che sa come tenere il pubblico attaccato alla poltrona

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO:
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