Black Adam, la recensione del cinecomic con Dwayne Johnson

La nostra recensione del cinecomic Warner diretto da Jaume Collet-Serra, con Dwayne "The Rock" Johnson nei panni dell'antieroe dei fumetti DC

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Dopo ben quindici anni di attesa, il film su Black Adam che traspone l’omonimo villain, poi antieroe, dei fumetti DC, è finalmente approdato nelle sale per Warner. E non era scontato, vista la discussa e discutibile politica in materia da parte del colosso dell’intrattenimento, che pare ancora incerto su quale futuro dare a beniamini tra i più iconici della cultura pop (non solo) USA. Così, tra cambi e dimissioni al vertice (le ultime, quelle del Presidente di DC Films Walter Hamada), cancellazioni di progetti annunciati e persino già portati a termine (Batgirl il caso più noto e clamoroso), essere riuscito ad approdare indenne sul grande schermo può essere considerata la prima impresa degna di nota del protagonista interpretato dal roccioso (e convincente) Dwayne Johnson.

Il suo personaggio, aggiornato alle più recenti rinarrazioni dei comics originali (dove nasce nemesi di Capitan Marvel, col quale condivide l’origine delle abilità dal mago Shazam), ci porta nell’immaginario Paese africano di Kahndaq, oppresso e depredato dai mercenari dell’Inter-Gang. Il tentativo, da parte della coraggiosa Adrianna (Sarah Shahi) e dei suoi compagni, di sottrarre agli invasori la corona (dalle straordinarie capacità) appartenuta all’antico tiranno Akh-Ton risvegliano da un sonno di 5000 anni Teth-Adam (Johnson), ex schiavo divenuto il mitico super-guerriero del popolo. È lui, in questa classica origin-story, il futuro Black Adam, e lui potrebbe finalmente liberare gli abitanti di Kahndaq. Ma il potere e la furia distruttiva che sprigiona allarmano l’agente del governo americano Amanda Waller (Viola Davis) e i supereroi della Justice Society: Kent Nelson/Dr. Fate (Pierce Brosnan), Carter Hall/Hawkman (Aldis Hodge), Maxine Hunkell/Cyclone (Quintessa Swindell) e Al Rothstein/Atom Smasher (Noah Centineo).

«Gli eroi non uccidono le persone», ammonisce infatti Hawkman. «Io invece sì», risponde il protagonista di Black Adam, (semi)dio vendicatore i cui metodi estremi, tra avversari inceneriti, smembrati e scaraventati a chilometri di distanza, si scontrano con l’etica dei supercolleghi, che pur da vigilanti rifiutano di sostituirsi alla legalità costituita e di sopprimere i nemici. Ma questa morale “pura” rimane accettabile se perpetua millenarie ingiustizie contro interi popoli? I paternalisti campioni mascherati dell’Occidente privilegiato escono ammaccati più da tale contraddizione che dagli sganassoni dell’amico-nemico, non senza una certa dose di ironia demistificante: The Boys, a sua volta debitore di Watchmen, non sembra passato invano.

Purtroppo l’interessante spunto, dietro cui si può leggere una critica non troppo velata a neocolonialismo e multinazionali, finisce stipato fra tanti, troppi altri, in un film che vorrebbe porsi come risposta (dark) di Casa DC/Warner al Black Panther degli eterni rivali Marvel Studios, mentre delinea un antieroe un po’ Superman (la sua kryptonite, oltre alla formula magica “Shazam!” che gli fa cedere i poteri, è il minerale “eternium”) un po’ Magneto, e nel frattempo tenta di lanciare una nuova squadra di personaggi al cinema. Che però, malgrado gli sforzi (e il carisma di Brosnan), non ha tempo e modo di imprimersi nella mente e nel cuore garantendo l’auspicato respiro epico: ne fanno le spese soprattutto Cyclone, poco incisiva, e Atom Smasher, appiattito al ruolo di non irresistibile macchietta comica.

L’accumulo di ambizioni e ingredienti rende insomma l’insieme un po’ confuso e congestionato: limite condiviso, non per nulla, dai cinecomics dell’amato-odiato (ri)fondatore dell’universo filmico di Batman & Co., Zack Snyder, della cui estetica questo film (diretto da Jaume Jungle CruiseCollet-Serra) è particolarmente debitore. Gli estimatori del regista, infatti, potranno divertirsi a ritrovarne lo stile nei suoi tratti salienti: dai ralenti alle accensioni brutali (peraltro edulcorate rispetto alle intenzioni iniziali), passando per l’uso disinvolto dei brani musicali, che qui coinvolge persino il nostro Ennio Morricone. Certi camei illustri sembrano poi confermarci che l’universo nato con Man of Steel sembra restio ad andare in pensione: ma più del potere di Shazam, si sa, in questi casi a decidere il futuro sono gli amministratori delle grandi aziende.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO:
black-adam-recensione-the-rockDopo ben quindici anni di attesa, il film su Black Adam che traspone l’omonimo villain, poi antieroe, dei fumetti DC, è finalmente approdato nelle sale per Warner. E non era scontato, vista la discussa e discutibile politica in materia da parte del colosso dell’intrattenimento,...