CAKE

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Id. Usa, 2014 Regia Daniel Barnz Interpreti Jennifer Aniston, Adriana Barraza, Felicity Huffman, William H. Macy, Anna Kendrick, Sam Worthington Distribuzione Warner Durata 1h e 40′

In sala dal 

7 maggio

Il suicidio di una compagna del gruppo di supporto che frequenta, scatena in Claire Bennett una particolare ossessione, sino a indagare e a intrufolarsi nella vita dei familiari della scomparsa. In realtà il corpo segnato dalle cicatrici, la sua difficoltà a camminare e il carattere incattivito sono altrettanti segni evidenti di una sua difficilissima situazione psicofisica. Tra pillole e alcool, si balocca con l’idea della morte, urtandosi con tutti, anche quelli meglio bendisposti, con l’eccezione della domestica Silvana, una messicana religiosa e dai modi spicci che sembra essersi presa molto a cuore la salute della donna. Anche perché sa cosa le è successo.

Cake è un film che avrebbe tutte le carte in regola per farsi detestare, se non fosse per due elementi. Il teatro del travaglio psicologico di una benestante allo sbando dalla battuta caustica («personalmente odio quando un suicidio semplifica la vita dei sopravvissuti ») e il dolore pronto a trasformarsi in autocommiserazione e stizza è impacchettato e confezionato secondo le regole dello spettacolo per i gusti più generalizzati. Lo schema che punta chiaramente all’uscita dal tunnel nonostante i vari tentativi – veri o sognati – di farla finita, le scenografie e le immagini ripulite al dettaglio senza rischiare digressioni o irruzioni di verità (certo suona tutto molto “innaturalmente” naturale, sapidità di dialoghi compresa), un commento musicale morbido e “canaglia” (c’è anche Billy Joel!): insomma sarebbe il solito spettacolino del dolore addomesticato sempre caro a Hollywood che il regista Daniel Barnz (suo è anche il tremendo Beastly) apparecchia dandosi un tono (su copione di Patrick Tobin) e sperando in qualche premio, ma c’è qualcosa che riscatta la paccottiglia. Sono le interpretazioni delle due protagoniste. Jennifer Aniston (nomination ai Golden Globe) e Adriana Barraza. La prima ha creduto nel progetto sino a produrlo e vi recita “temerariamente” senza trucco (cicatrici a parte ovviamente); pare che si sia ispirata – dice lei – a una sua cara amica stuntman feritasi seriamente in un incidente sul lavoro. La seconda (ricordiamola in Babel e Thor) è un’energica, sanguigna ed emotiva mamacita latina. In coppia le due funzionano a meraviglia passando dalle atmosfere cupe a quelle più leggere e umoristiche in squisita e convincente scioltezza. Cake vale la visione giusto per loro.

Massimo Lastrucci