CHILD 44 – IL BAMBINO N.44

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Child 44, Usa/Gran Bretagna/Repubblica Ceca/Romania, 2015 Regia Daniel Espinosa Interpreti Tom Hary, Noomi Rapace, Gary Oldman, Vincent Cassel, Joel Kinnaman, Paddy Considine Distribuzione Adler Durata 2h e 17′

In sala dal 

30 aprile

Nella Russia stalinista del 1953 un agente segreto della MGB, la polizia sovietica, Leo Demidov (Tom Hardy), investigatore di punta delle attività dei dissidenti, perde prestigio, autorità e casa quando si rifiuta di denunciare sua moglie Raissa (Noomi Rapace), accusata di tradire il regime. Esiliato da Mosca e costretto a trasferirsi in un lugubre avamposto di provincia, Leo comincia a indagare, con l’aiuto del generale Mikhail Nesterov (Gary Oldman), sulla morte di decine di bambini, uccisi da un serial killer che il governo centrale di Mosca si ostina a negare per insabbiare gli odiosi crimini.

«Non ci sono crimini in Paradiso », sosteneva il regime stalinista, perché il crimine appartiene solo alle corrotte nazioni capitalistiche. E il Paradiso era naturalmente l’Unione Sovietica di Stalin, pronta ad archiviare come incidenti tante morti violente. Tratto dall’omonimo romanzo di Tom Rob Smith, primo di una trilogia che prosegue con The Secret Speech e Agent 6, il film retrodata agli anni Cinquanta gli efferati omicidi del serial killer Andrej Romanovic Cikatilo, noto come “il mostro di Rostov” che tra il 1978 e il 1990 uccise 53 tra donne e bambini. Alterazione di fatti storici: con questa accusa in Russia hanno bandito dagli schermi il film, che invece intrecciando storia, politica e cronaca racconta attraverso una’investigazione poliziesca i crimini di un regime totalitario basato su terrore e menzogna, delazione e tortura, propaganda, sospetto e paranoia. E ancora più spaventoso del serial killer che adesca bambini.
Certo, a chi è abituato a riflettere sulla tirannia guardando Hunger Games, la saga di Divergent e tutti gli altri film ambientati in un futuro distopico, Child 44 sembrerà un film assai retrò, popolato da mostri che non fanno più parte del nostro immaginario e che invece erano di casa nel cinema occidentale antisovietico fino a un paio di decenni fa. Ma il vero limite del film è l’aver voluto mettere troppa carne al fuoco, dando inizio alla storia addirittura con la carestia con cui Stalin affamò l’Ucraina dal 1929 al 1933. Per chi lo vedrà in lingua originale poi, Tom Hardy, nuovamente con Noomi Rapace dopo Chi è senza colpa, parla inglese con accento russo, scelta assai discutibile e con effetti quasi surreali.

Alessandra De Luca