LO STRAORDINARIO VIAGGIO DI T.S. SPIVET

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The Young and Prodigious T.S. Spivet, Francia/Australia/Canada, 2014 Regia Jean-Pierre Jeunet Interpreti Kyle Catlett Helena Bonham Carter, Judy Davis, Callum Keith Rennie, Niamh Wilson, Jacob Davies, Dominique Pinon, Julian Richings, Richard O’Carrigan Distribuzione Microcinema Durata 1h e 45′

T.S. Spivet, bambino prodigio di 10 anni, appassionato di cartografia e invenzioni, vive in un ranch del Montana con il fratello gemello Layton, il padre, cowboy nato nel periodo storico sbagliato, la madre esperta in morfologia degli insetti, una sorella quattordicenne che sogna di diventare Miss America. Un giorno scopre che l’Istituto Smithsonian gli ha assegnato il prestigioso premio Baird per la sua invenzione di un dispositivo dal moto perpetuo. All’insaputa di tutti, per ritirare il riconoscimento e tenere il suo discorso di ringraziamento, T.S. intraprende il suo stravagante viaggio attraverso l’America, in direzione Washington. Ma allo Smithsonian tutti ignorano che T.S. è solo un bambino.

Secondo film girato in inglese da Jeunet dopo Alien: La clonazione, Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet è tratto dal libro La mappa dei miei sogni di Reif Larsen, del quale conserva lo spirito e le atmosfere, compresi diagrammi, grafici, disegni e testi che rimandano alle manie grafiche di Peter Greenaway. I lirici mondi possibili e ricchi di tanta immaginazione costruiti da Jeunet che hanno sempre una grazia speciale. Assomigliano a quelli divenuti di culto firmati da Wes Anderson, ma nei film del regista francese c’è un’attenzione meno ossessiva per la ricostruzione vintage, per l’estetica un po’ fine a se stessa, per la forma sopra ogni cosa. C’è invece sempre un piccolo, grande dolore alla base di tutto (questa volta un indicibile lutto familiare), contenuto e contenitore trovano un equilibrio stabile e il film non è solo un gioco di forme e colori, ma una vera avventura umana. Quando T.S. (il giovanissimo Kyle Catlett, scritturato anche per la serie tv The Following) lascia un Montana che sembra cristallizzato nei rassicuranti anni Cinquanta e parte alla conquista dell’Est, in direzione opposta a quella celebrata dal mito della frontiera, comincia un viaggio di crescita, formazione, elaborazione del lutto e dei sensi di colpa, possibile solo con il distacco temporaneo dalla famiglia di origine e la ricerca della propria identità. Un viaggio ricco di incontri e magia in un paese (che però nella realtà è il Canada) fotografato in tutta la sua maestosa e spettacolare grandezza. Dopo Hugo Cabret di Scorsese, è il film che meglio utilizza il 3D.

Alessandra De Luca