PANE E BURLESQUE

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In sala dal 29 maggio

Italia, 2014 Regia Manuela Tempesta Interpreti Laura Chiatti, Sabrina Impacciatore, Michela Andreozzi, Giovanna Rei, Caterina Guzzanti, Edoardo Leo, Marco Bonini, Fabrizio Buonpastore Sceneggiatura Manuela Tempesta Produzione Fulvio e Federica Lucisano Distribuzione 01 Durata 1h e 26′ www.01distribution.it/film/pane-e-burlesque

Una cittadina della Puglia, ai giorni nostri, vive un momento di grande difficoltà a causa della chiusura di una fabbrica che dava occupazione a molti dei suoi abitanti. Indirettamente ne fanno le spese, tra i tanti, anche Matilda (Laura Chiatti) e suo marito Vincenzo (Edoardo Leo), che gestiscono una piccola merceria dove lavora anche Teresa (Michela Andreozzi) e che è sotto minaccia di sequestro perché la coppia non riesce a onorare le rate del mutuo. A smuovere questo contesto difficile ci pensa Giuliana (Sabrina Impacciatore), che dopo vent’anni fa un inatteso e dirompente ritorno al pae­se natale per vendere le proprietà di famiglia, accompagnata dal suo “trasgressivo” gruppo di artiste di burlesque “Le Dyvettes”. Quando Giuliana, in arte Mimì La Petite, viene proditoriamente truffata e abbandonata dalle compagne, si trova, al verde, a dover riorganizzare la propria “squadra” reclutando le amiche del luogo e insegnando loro tutti i segreti del burlesque. Sarà rivoluzione.
Manuela Tempesta, al suo primo lungometraggio, si ispira a Full Monty – Squattrinati organizzati (1997) per raccontare con i toni della commedia sociale e in chiave tutta femminile uno spaccato dell’Italia di oggi, bersagliata dalla crisi, ma ancora capace di reagire con coraggio e creatività.
— Sergio Lorizio

[divider]TRE DOMANDE A MANUELA TEMPESTA[/divider]

1) Come è nato il suo interesse per il burlesque?
Dal desiderio di esplorare un universo molto femminile e il suo immaginario. Il burlesque non è solo bustini, calze e culotte, ma anche charme e sensualità, voglia di padroneggiare il proprio corpo per acquisire fiducia e sicurezza in se stesse e scoprire potenzialità inesplorate.

2) Nel film il burlesque è anche un mezzo di riscatto sociale.
Sì, da un lato è un modo per riappropriarsi della propria femminilità, dall’altro, nella storia narrata, è una risorsa  concreta per superare le difficoltà economiche
in cui versano le protagoniste.

3) Come valuta l’esperienza di regia del suo primo lungometraggio?
È stata molto impegnativa, data la coralità della storia. Ha richiesto un grande sforzo organizzativo e mentale, concentrazione, equilibrio e capacità di coordinare tante dinamiche diverse. È stata per me una grande crescita.