Le emozioni e i colori del suono del cinema protagonisti del Festival del Cinema di Spello

Il sound designer Matteo Bendinelli vince il premio come Miglior creatore del suono per Amusia

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Matteo Bendinelli

Sono invisibili, ma senza i suoni ogni film perderebbe buona parte del proprio realismo e spesso anche della propria poesia, non a caso Matteo Bendinelli, curatore della mostra dedicata al suono nel cinema alla XIII edizione del Festival del Cinema Città di Spello e Borghi Umbri, è convinto che “i primi sound designer siano stati i poeti”.

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Da La grande bellezza (2013), Il cacciatore (2021), I predatori (2020) a Enea (2023) e molti atri titoli, Matteo Bendinelli, come sound designer ha curato il montaggio del suono di moltissimi film e per Amusia (2022) vince il premio per il Miglior creatore del suono al Festival del Cinema di Spello. Sembra un paradosso, ma Bendinelli spiega con passione che, per quanto il miglior sonoro sia quello che resta invisibile alla percezione dello spettatore, i suoni sono essenzialmente ciò che contribuisce a dare colore ed emozione alle scene di un film.

Quello del sound designer è una professione fondamentale per la realizzazione di un film e Matteo Bendinelli, membro anche dell’ASC (Associazione Creatori di Suoni), ama a tal punto la magia del suono che, ogni volta in cui si sposta, porta con sé sempre un piccolo microfono perché nessun rumore più o meno insolito che si trova ad incontrare gli sfugga. Con la sua attrezzatura esplora luoghi e ambienti che possano permettergli di cogliere ogni genere di suono, da quelli naturali a quelli urbani, per nutrire la libreria da cui poi attinge per creare i suoni che accompagnano le diverse scene dei film a cui ha collaborato.

Intervistato da Ciak Matteo Bendinelli racconta come nascono i suoni di un film